Il travagliato iter degli ultimi due anni
Quindici novembre 2016, venti settembre 2018. Ventidue mesi dopo la scuola primaria Gianni Rodari ‘torna a casa’. E lo fa – in realtà i piccoli studenti sono rientrati nel plesso scolastico di via Boccaccio già il 14 settembre scorso, il primo giorno di scuola del nuovo anno didattico – attraverso una vera e propria festa: quella che ha avuto luogo lo scorso 20 settembre, appunto, (trattiamo l’argomento in un’altra sezione del nostro settimanale), e che ha sancito una sorta di inaugurazione ufficiale del rinnovato plesso scolastico.
Due anni difficili, quelli cominciati il novembre 2016, per la scuola, i giovani studenti, i genitori, il personale scolastico e anche la politica casamassimese. Ma riavvolgiamo il nastro e partiamo dal principio.
La scuola Rodari, beneficiaria di un finanziamento regionale di 933.625 euro, viene interessata da lavori di miglioramento sismico. Gli interventi hanno inizio il 6 luglio 2016, nel frattempo – a settembre – inizia l’anno scolastico. I lavori, al solaio, vanno avanti senza che venga ancora disposta la chiusura del plesso scolastico, con l’intenzione di non interrompere la regolare attività di studio, che intanto va avanti nelle classi senza rischi per l’incolumità di chi frequenta e lavora nell’istituto.
Ma due mesi più avanti, l’8 novembre 2016, arriva una segnalazione al comando provinciale dei vigili del fuoco di Bari, che nel pomeriggio di quella giornata inviano una squadra nell’immobile che ospita la scuola per effettuare una verifica, a seguito della comparsa di alcune crepe sui muri. Al termine di questo controllo, i vigili del fuoco dispongono l’interdizione di quattro aule, vietandone l’utilizzo, e prescrivendo anche ulteriori accertamenti sull’intero immobile.
Fu quindi dato incarico a un professionista, l’ingegnere strutturista Domenico Colapietro, di eseguire controlli mirati e approfonditi sull’intero stabile, in conseguenza dei quali il sindaco di allora, Vito Cessa, attraverso un’apposita ordinanza, dispose la chiusura della scuola. Era il 19 novembre 2016, undici giorni dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco. I piccoli studenti della Rodari, a questo punto, furono temporaneamente costretti ad andare a scuola di pomeriggio, nelle classi dell’altro istituto cittadino di scuola elementare, Guglielmo Marconi. Quest’ultimo plesso, dopo aver accolto i suoi iscritti al mattino, restava il pomeriggio a disposizione degli scolari della Rodari.
Questa situazione è andata avanti per tre mesi, fino al 10 febbraio 2017, giorno in cui i piccoli della Rodari hanno lasciato i turni pomeridiani alla Marconi per tornare a frequentare la scuola al mattino, negli spazi per loro appositamente ricavati all’interno dell’istituto alberghiero cittadino, Ettore Majorana. Spazi la cui realizzazione è stata oggetto di un protocollo d’intesa prima, e di una convenzione poi, siglata da Comune di Casamassima e Città Metropolitana di Bari.
A ottobre 2016, inoltre, i genitori del consiglio di circolo della Rodari organizzarono anche una ‘marcia’ che partendo dalla sede della scuola arrivò fino a piazza Aldo Moro e poi in municipio. Il corteo sfilò per le vie del centro, al fine di sollecitare il ritorno alla normale attività scolastica. Seguirono confronti e anche tavoli permanenti sulla scuola, ai quali presero parte gli organi scolastici e l’amministrazione e gli uffici comunali. Un iter travagliato e sofferto, dunque, che adesso si è concluso con il ‘ritorno a casa’ degli studenti della Rodari e l’inaugurazione del 20 settembre scorso.
“Il fatto che la scuola Rodari torni finalmente nella disponibilità di insegnanti, studenti, dirigente e personale scolastico – osserva il sindaco, Giuseppe Nitti – è motivo di felicità per tutta la comunità casamassimese. Soprattutto in considerazione del fatto che adesso i piccoli scolari potranno fare lezione in un plesso sicuro, per gran parte nuovo e idoneo allo svolgimento di tutte le attività”.
Gianluca Zaccheo