Il 4 novembre a Casamassima

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I parenti ricevono un attestato in ricordo perenne dei soldati deceduti nella Grande Guerra

Fra il sangue versato durante il primo conflitto mondiale pur di restituire democrazia e libertà al popolo italiano e una identità alla Nazione, c’è anche quello di tanti militari casamassimesi che abbandonarono gli affetti, e che morirono da eroi sul campo per difendere l’onore della Patria.

4 novembre 2018 Casamassima (2)

Quest’anno, in occasione del centenario della fine della grande guerra, avvenuta il 4 novembre del 1918 con la firma dell’armistizio di Villa Giusti, nel corso della cerimonia che si tiene ogni 4 novembre dinanzi al Monumento dei Caduti per festeggiare la giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, l’associazione Combattenti e Reduci, presieduta da Vitoronzo Pastore, ha insignito di un attestato i familiari di tre di questi soldati: Costantino Borrelli, Lucio Manzari e Giovanni Battista Valentino. A ritirare l’attestato dedicato alla memoria di Giovanni Battista Valentino è stato, visibilmente commosso, il nipote del combattente, suo omonimo.

Giovanni Battista Valentino, o Valentini a causa di un errore anagrafico, nacque a Casamassima il 6 dicembre del 1878. All’età di 17 anni, si trasferì a lavorare in America, mantenendo i contatti con la famiglia di origine, alla quale inviava periodicamente denaro dall’altro continente. I genitori, Vitangelo Valentino e Anna Santa Lefemine, impiegarono i soldi ricevuti dal figlio nell’acquisto di vari e vasti suoli agricoli. Quindi, raggiunto un certo grado di ricchezza, il giovane fece ritorno a Casamassima dove sposò Elena Magnifico, da cui ebbe due figli. Vitangelo, il maggiore, e Giovanni, secondogenito, non lo hanno mai conosciuto, perché quando avevano rispettivamente quattro e due anni, il padre fu richiamato alle armi.

Dopo una giovinezza di sacrifici vissuta lontano dal luogo natio, sembrava fosse giunto finalmente il tempo di godersi i propri cari. Ma, come accadde a Costantino, Lucio e a molti altri uomini, il soldato della 6^ Compagnia del 141° Reggimento Fanteria non poté sottrarsi al destino di immolarsi in nome del Paese. Nonno Giovanni, così sono abituati a nominarlo ancora in casa Valentino, partì al fronte, e lì morì il 23 maggio del 1917 in seguito alle ferite provocate da un colpo di arma da fuoco sparato in battaglia alla testa. Lo prova un referto firmato dal curato del campo, il sacerdote Leone Pinta, dal dottor Panel e dal caporale Franz Zelizh. Fu sepolto presso il Cimitero Militare di Berse-Cesana. Oggi, le sue spoglie riposano al Sacrario di Redipuglia (gradone 21; loculo n. 37772) insieme ai compagni e al comandante dell’esercito, il Duca D’Aosta.

FRANCESCA VALENTINO
Foto Mimmo Silletti

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