Eh no, questo 2019 sembra non essere iniziato per il verso giusto. Dopo l’incendio del presepe in piazza durante la prima settimana, un nuovo e molto più grave episodi turba la nostra cittadina, consegnandola direttamente agli onori della cronaca nazionale.
Tralasciando i dettagli dell’episodio, che saranno trattati analiticamente nelle pagine a seguire, ciò che adesso bisogna fare è innanzitutto tutelare il buon nome del nostro paese e dell’Istituto Sant’Agostino.
Subito dopo la vicenda, infatti, sulla bacheca Facebook del Ministro della Salute Giulia Grillo è apparso un post riguardante proprio la vicenda degli abusi. “Non possiamo essere complici – recita il post – Michele Emiliano verifichi subito se revocare la convenzione e chiudere la struttura”.
Bene, il Ministro Grillo avrà avuto certamente le sue ragioni per scrivere un post del genere, conoscendo qualcosa che a noi adesso ci sfugge. Ma ciò che mi preme sottolineare è che questo caso è ancora in divenire, che una sentenza non è stata ancora data e che il lavoro della Magistratura è ancora in atto, vagliando tutti i possibili dettagli.
Premettendo che atti del genere vanno condannati assolutamente e che, se si accerterà la colpa di queste quattro educatrici, le stesse vadano punite in modo esemplare, vorrei sottolineare un altro aspetto.
L’Istituto Sant’Agostino è ormai divenuto una istituzione per il nostro paese. Da 50 anni (proprio quest’anno, poiché fu fondato ormai nel lontano 1969) offre un servizio eccezionale per la nostra comunità, sia nojana che metropolitana. Ormai centro di eccellenza per quanto riguarda l’assistenza ai disabili, nonché a tutti coloro che necessitino di cure riabilitative, non può essere cancellato dall’oggi al domani, per “colpa” di alcune persone che, ripeto, se hanno sbagliato è giusto che paghino.
Ricordiamo che in quella struttura ci lavorano più di 100 persone, persone che quotidianamente svolgono tutte le mansioni loro indicate, con passione e voglia di lavorare. Come anche i tanti educatori o educatrici, che ho avuto anche io l’onore di conoscere, i quali professionalmente e con un bagaglio culturale invidiabile assistono con pazienza i bimbi e i ragazzi ospiti dell’Istituto.
E cosa dire anche delle famiglie di questi bambini? Cosa farebbero se, dall’oggi al domani, questa struttura chiudesse e si ritrovassero senza un posto dove portare i propri figli? Sostenere un bambino in quelle condizioni costa e le strutture private che offrono lo stesso tipo di servizi spesso non sono accessibili per famiglie che non possano permetterselo.
Punire ma non penalizzare, quindi. Punire gli eventuali responsabili, con pene che siano anche adeguate alla gravità dei fatti, ma non penalizzare un intero Istituto e i suoi lavoratori, ormai divenuto fiore all’occhiello dell’intera provincia e vanto per il nostro paese. Ora più che mai noi nojani dobbiamo difendere un bene inestimabile per il nostro paese, un qualcosa che dobbiamo conservare e custodire, per tramandarlo ai nostri posteri. Per chi invece commette quegli atti deprecabili, beh per loro non ci sono parole né difese.