E’ il primo motore economico del paese, negli ultimi anni è stata registrata un incremento esponenziale che ha visto molti investimenti da parte di privati nel settore turistico. Tanti i B&B aperti, tanti i bar, le case vacanze e tante agenzie di servizi per turisti.
Insomma il primo motore economico del paese che ha scavalcato di gran di lunga quello agricolo, che continua a mantenere il fatturato, ma molto in calo. Basti pensare che molti proprietari di terreni, o magazzini ortofrutticoli hanno cambiato o integrato il proprio business, investendo appunto nel turismo.
Complice anche i continui investimenti della regione Puglia, oltre alla bellezza del paese che non ha eguali nel Mondo. Certo molte cose sono ancora da migliorare, però solo in questo momento ci stiamo accorgendo di come, quel movimento che si è creato ora manca terribilmente. Non solo dal punto di vista di movimento e affluenza, ma proprio dal punto di vista economico. Migliaia di euro in fumo, considerando questa stagione molto compromessa in visione di arrivi e pernottamenti.
I numeri di lavoratori nel turismo polignanese sono di circa 600 strutture turistiche tra b&b, case vacanze, alberghi ecc, circa 60 invece sono gli operatori che svolgono attività di servizi al turista, in queste sono incluse gli operatori dei calessini, bici e auto a noleggio e il servizio di gita in barca. Numeri che fanno ben capire di che giro milionario stiamo parlando, se consideriamo anche le famiglie che vivono da queste attività, possiamo facilmente capire che danno economico per il paese.
Il 2020 sarà l’anno più cupo per l’industria turistica italiana che nei prossimi mesi perderà no miliardi di ricavi sui quasi 200 miliardi che in totale il settore genera direttamente oltre a trainare altri comparti. Per il momento la conta dei danni al comparto turistico vede la perdita di oltre 3o milioni di ospiti da marzo a maggio, pari a 90 milioni di giorni di presenza in meno. Un danno non solo alle strutture ricettive ma anche a negozi, bar e ristoranti, treni e aerei, musei e shopping center. Anche se le attività dovessero ripartire per maggio/ giugno come si prevede, il comparto turistico ne risentirebbe sfavorevolmente, tanto che più di qualcuno pensa di non aprire per tutta la stagione. Situazione quasi condivisibile se si considera la crisi sanitaria anche delle altre nazioni. Il sud che ha registrato in questi anni di un incremento di turisti stranieri vedrà la stagione 2020 solo di turisti Italiani.
Proiezione positiva in termini economici, nel senso che cosi si aiuterebbe l’economia Italiana, ma tutto questo si va a scontrare con la crisi economica che stiamo vivendo. Attività ferme da mesi che probabilmente non daranno quella forza economica necessaria di valutare una vacanza di molti giorni o settimane.
Insomma una situazione catastrofica che invita il governo centrale a prendere le dovute precauzioni e attenzioni ad un comparto che da pane e vita a molti cittadini.