Stazione presa nuovamente di mira dai vandali

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Mancanza di controllo, educazione o di senso di appartenenza al proprio paese?

Negli scorsi giorni, la stazione ferroviaria è stata nuovamente presa di mira dai vandali: a pagarne le conseguenze, questa volta, la macchina che funge da biglietteria ed un veicolo aziendale della stessa FSE, a cui sono stati spaccati un finestrino ed uno specchietto. Alcune settimane fa, invece, anche la porta d’accesso della sala d’attesa per i viaggiatori subiva ingenti danni, tanto da indurre la FSE a rafforzarla con una sovrastruttura in ferro che la protegga da nuovi attacchi.

Non è chiara l’intenzione e l’identità dei vandali che si celano dietro simili atti; la popolazione turese, ad ogni modo, è visibilmente stanca di dover assistere a questo tipo di fenomeni ed il maggiore controllo, come spesso accade, è la soluzione più gettonata, la prima ad essere invocata: “Le telecamere – avverte qualcuno – ci sono, ma non sono funzionanti”. “Cosa vorreste dalle telecamere? – replica qualcun altro –Vedere degli incappucciati non identificabili che sfasciano tutto?”.

Un’altra via percorribile potrebbe essere quella di chiudere la stazione di notte, considerando per inciso che dalle 22.00 circa all’alba non vi è alcuna corsa. Tra i commenti e le ipotesi, spiccano alcune riflessioni in merito alle responsabilità genitoriali, all’educazione a condotte responsabili e civili che purtroppo, talvolta, viene a mancare. I fattori che concorrono a sfavore dei genitori, poi, non sono certo pochi: l’emulazione di “modelli” sbagliati, la noia che può nascere dalle poche prospettive offerte ai giovani stessi nel nostro paese, la percezione di una pesante privazione relazionale causata dalla pandemia, l’evanescenza cui negli ultimi mesi sono andati incontro la didattica, l’ambiente scolastico e la loro capacità di contenimento.

L’elenco potrebbe tendere all’infinito. Dinanzi ad una serie di forze che, singolarmente o insieme, possono risultare implacabili, al genitore non resta dunque che cercare di accendere nei propri figli un sano spirito di appartenenza alla propria città che mutui una consapevolezza chiara e semplice: colpire un servizio necessario alla collettività – talvolta già lacunoso di suo – significa colpire la collettività stessa. Senza considerare che gli interventi di manutenzione, dalle nostre latitudini, hanno cadenza spesso incerta, irregolare e non di rado sono poco tempestivi.

LEONARDO FLORIO

SPECIALE ESTERI



SPECIALE SALUTE