Ciliegie, si “rischia” la sovrapproduzione

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Tonio Palmisano: “Il maltempo non ha danneggiato il nostro oro rosso e l’allegagione procede al meglio”

Prima dell’esplosione dell’attesa primavera, che ha trasformato le nostre campagne in una sconfinata distesa di fiori bianchi, si è verificata un’intensa ondata di maltempo, caratterizzata da forti raffiche di vento e alcuni accenni di grandine.

Tonio Palmisano

Il timore che i capricci del meteo potessero aver compromesso l’avvio della stagione cerasicola viene dissipato da Tonio Palmisano, imprenditore agricolo, che abbiamo trovato intento nel rituale che onora ogni anno: legare una palma benedetta al fusto di un albero e recitare una preghiera, affidando a Dio il raccolto.

«Le mattinate di gelo – esordisce Palmisano – hanno colpito le colture più sensibili come mandorli e albicocchi; per la ciliegia, fortunatamente, non si sono riscontrati danni eclatanti. Alcuni cerasicoltori parlano di una probabile perdita del 20% della produzione; tuttavia, in base alla mia esperienza, ritengo che non sia possibile fare una stima attendibile fin quando non sarà terminata la fase dell’allegagione (ovvero della trasformazione dei fiori in frutti) che al momento sta interessando le cultivar autofertili come la “Bigarreaux”».

«Con le ciliegie – prosegue – è prematura qualsiasi valutazione fino al giorno prima della raccolta; ci sono molteplici fattori che possono pregiudicare l’intera annata nel giro di poche ore: una gelata tardiva oppure un’improvvisa pioggia, una grandinata, vento forte possono distruggere il raccolto anche se il frutto è già maturo. Non a caso la saggezza popolare ci insegna che in agricoltura i conti si fanno a fine anno».

Buone notizie anche per l’uva da tavola: «La pianta è ancora in fase dormiente, quindi non ha risentito del maltempo. Qualche danno strutturale – commenta Palmisano – si è registrato a causa del forte vento in quei tendoni dove si è eseguita la copertura in anticipo; parliamo in particolare della “zona della marina”, visto che nelle aree dell’entroterra si inizia a fine marzo».

Migliaia di fiori e nessun trattamento

Ritornando al nostro oro rosso, le aspettative sulla produzione vanno ben oltre le più rosee previsioni: «Ad oggi – spiega Tonio Palmisano – abbiamo migliaia di fiori per ogni pianta e le api stanno facendo il loro dovere: se nei prossimi 15 giorni il tempo sarà clemente, potremmo avere una sovraproduzione di ciliegie, fenomeno che non si verifica da anni. Il che non è un dato necessariamente positivo: l’eccessiva quantità di prodotto disponibile, che spesso è inversamente proporzionale alla qualità del pregiato frutto, potrebbe comportare una pesante riduzione dei prezzi di vendita dovuto alla pezzatura più piccola della ciliegia stessa»

«Altra nota che segna l’inizio di questa campagna cerasicola – conclude – è che l’aria abbastanza asciutta sta evitando l’impiego di prodotti fitosanitari, come per esempio i trattamenti antimuffa; se continua così, avremo una produzione ancora più “naturale” degli anni precedenti».

FD

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