Cari lettori,
come ben sapete in questi mesi, abbiamo assistito al triste teatrino offerto dai cosiddetti furbetti del vaccino, un vero e proprio esercito che ha agito, non solo in deroga alle normative vigenti, ma, fatto molto più grave, in barba a qualsiasi regola etica e morale. Proprio in Puglia, successivamente alla prima fase di vaccinazione, avvenuta nelle quattro settimane di gennaio, I Nas hanno controllato 30 mila nomi inseriti nei registri informatici e, da controlli incrociati, è emerso che tra i tanti, non cerano solo operatori sanitari ed ospiti delle Rsa, ma soggetti che nulla avevano a che vedere con queste categorie fragili o estremamente soggette a rischio biologico. In questa fase sono state identificate ben 53 persone alle quali sarebbero state somministrate dosi di vaccino, pur non rientrando in quelle categorie. La segnalazione ha fatto si che la Procura si muovesse in tempi rapidi, nell’invio di avvisi di garanzia onde accertare precise responsabilità di tutti i soggetti coinvolti tra somministratori e somministrati. Fra le persone accertate rientrerebbe anche il nostro primo cittadino, che mesi fa, in una sua diretta, spiegava a tutti noi le motivazioni che lo avrebbero indotto a sottoporsi alla vaccinazione, a suo dire, su chiamata dell’Asl in data 6 gennaio 2021 e per evitare che una fiala del ” prezioso siero ” venisse buttata in assenza della persona prenotata per vaccinarsi. Secondo il magistrato, però questa motivazione non basterebbe a scagionare il primo cittadino dall’ipotesi di reato a suo carico. Sarà accertato da parte della Procura se ci sono state criticità dovute anche a carenze normative da Roma o se ci sono reati penali Di sicuro il piano vaccinale ha subito pesanti rallentamenti che hanno penalizzato intere categorie di soggetti fragili e a rischio, alcuni dei quali, a seguito di questi inconvenienti, non hanno ancora ottenuto neppure la prima somministrazione vaccinale. E dunque, se qualcuno ha agito in mala fede, scavalcando persone che versano in gravi condizioni e a rischio, in quanto non hanno ancora ricevuto la loro dose di vaccino, questo non è tollerabile. Non sarà un reato, forse, ma delinea bene i contorni del rispetto delle regole, non scritte, a cui ognuno dovrebbe attenersi secondo MORALE e COSCIENZA. Sta di fatto che prevenire è meglio che curare, in un Paese dove tutto è dato per scontato, solo quando ci casca il morto ci rendiamo conto che qualcosa non ha funzionato nel verso giusto minimizzando un fatto etico e morale Illuminanti a riguardo, le parole del Presidente del Consiglio Mario Draghi, che, riferendosi ai famosi ” saltalista ” ha evidenziato con veemenza la mancanza di coscienza della gente che salta la lista. E se poi sono amministratori pubblici, possiamo immaginare quale sia il messaggio veicolato alla cittadinanza tutta. Il fenomeno comunque, è diffuso in tutta Italia. Tante le segnalazioni dai centri vaccinali, in cui molti medici chiamerebbero amici a prendere il posto di chi non si è presentato. Ecco perché il premier, Draghi, lo ha ribadito l’8 aprile in una conferenza Governo – Regioni: “saltare la fila è un atto pieno di responsabilità.” Insomma, un atto che mette a rischio di morte persone over 75, o persone potenzialmente fragili. Ma con che coscienza la gente lo fa? Certamente per gli inquirenti sarà difficile trovare la definizione giusta del reato commesso, forse truffa. A tal proposito va ribadito che ci sono anche scelte fatte da ogni singola Regione e quindi a favore di alcuni. Anche qui la politica si scontra con la difficoltà di decidere e di organizzare. I molti cosiddetti furbetti, hanno utilizzato la parola “altre” per prenotare il loro vaccino ma non basta, bisognava entrare in categorie ben precise. Bisogna dare più informativa e il coordinamento vaccinale deve essere dello Stato essendo la salute un bene nazionale. Insomma, questa dei furbetti è una vicenda che deve far riflettere, perche c’è ancora gente che aspetta il vaccino e si pensa ancora una volta a fare un favore ad amici e parenti e a conoscenti di medici. Una brutta storia che è doveroso indagare fino in fondo. Si è creato un fenomeno da malcostume tipicamente made in Italy o per definire meglio e ironizzare: i furbetti del “prima io” e “poi voi” vaccinati a sbafo per meglio dire.
Qualche giorno fa, il primo cittadino ha depositato la sua versione dei fatti, dinanzi al PM e in una sua intervista successiva, ha ribadito che è stato coinvolto per il clamore mediatico suscitato a seguito della notizia ed è stato felice di essere ascoltato. Aggiungendo che sarebbe ora che finalmente si “chiuda la storia e la bocca a giornalisti e avversari politici.” Parole forti che fanno riflettere, in vista della campagna elettorale prossima, ma che non si possono tollerare visto che a pagare, sono sempre i più deboli che lottano ogni giorno per la propria sopravvivenza, combattendo un virus invisibile che miete morti in ogni angolo del pianeta. Vorremmo aggiungere, in riferimento alla citazione del primo cittadino sulla necessità di mettere la ” museruola ” ai giornalisti, riportando una frase citata dalla Presidente del Senato della Repubblica Maria Elisabetta Alberti Casellati: “ Non c’è democrazia senza libertà di stampa”. Solo un’informazione libera e di qualità può formare cittadini consapevoli e in grado di adottare scelte responsabili. Un pensiero rivolto a tutti i cronisti che per amore della verità hanno perso la vita o subito ritorsioni, minacce o censure. “La capacità di difendere e sostenere il lavoro dei giornalisti è uno degli indicatori del livello di civiltà di un Paese”. Il giornalismo deve essere liberato dalla morsa della politica. Con questa bella riflessione, concludiamo dicendo che, certamente, sarà la Procura a decidere la miglior pena e a porre fine a questa amara vicenda. A noi tocca ribadire con forza che siamo PERSONE, non PEDINE…!