Una raccolta di sei litostampe per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. È così che Antonio Mariella, appuntato scelto dell’Arma dei Carabinieri, omaggia con un pizzico di ironia, un velo di sarcasmo e molta dedizione, il Sommo Poeta.
Per creare le immagini, ma soprattutto per idearle, “Ci è voluto un bel po’ di tempo – svela l’artista -. Ho dovuto fare un ripasso dell’intera Divina Commedia, rileggendo tutti i canti attentamente, per captare le scene ideali da poter mettere in evidenza”.
La sua interpretazione delle terzine dantesche, ideata inizialmente insieme all’azienda grafica 080 di Modugno, ha incuriosito l’occhio creativo dell’editore Cacucci, inducendolo alla scelta di dar vita a questa edizione che, oltre ai disegni, contiene un prosimetro sul poeta a cura del docente di lingua italiana e latina dell’Università di Bari, Aldo Luisi. A quest’ultimo anche il compito di affiancare alle terzine selezionate una riflessione critica sui vari temi toccati da Dante in viaggio attraverso l’inferno, il purgatorio e il paradiso.
All’interno dell’introduzione della raccolta, il professore commenta così il lavoro di Antonio: “Il maestro si diverte nel tratteggiare le figure caricandole di smorfie scherzose e accattivanti, mai offensive. Gli oggetti di contorno alle immagini centrali non sono oziose aggiunte di riempimento, ma preziosi elementi con funzione di complemento e completamento della frase racchiusa nel disegno, col compito di far percepire il significato pieno della terzina endecasillaba di Dante. La vivacità dei colori chiari o anche oscuri imprime un tono solenne alle figure disegnate in linea con la gravità e la solennità del dettato del racconto dantesco, e funge da ornamento essenziale dell’insieme, che è valido aiuto al lettore desideroso di condividere il messaggio dell’artista. Un’operazione didattica delicata condotta con briosa e limpida scelta d’immagini da Mariella che, per questa celebrazione centenaria di Dante, si affianca a personalità del mondo della cultura, offrendo uno straordinario contributo artistico, degno della massima attenzione per la nitida fattezza. Le litostampe di Mariella vanno lette e non sono viste, perché l’artista ha lasciato in ognuna un messaggio speciale”.
Durante la fase di rilettura dell’opera, Antonio ha riscoperto un passo in cui veniva menzionata la città di Bari. Nell’ottavo del Paradiso, infatti, in cui traspira il dramma della mancata vita di un principe magnifico, Carlo Martello, il quale se fosse vissuto più a lungo, avrebbe saputo compiere tante belle imprese di pacifica e proficua politica, appare il nome del capoluogo pugliese, circoscrivendo una configurazione politica di grande momento.
«Quella sinistra riva che si lava / di Rodano poi ch’è misto con Sorga, / per suo segnore a tempo m’aspettava, (60) / e quel corno d’Ausonia che s’imborga / di BARI e di Gaeta e di Catona, / da ove Tronto e Verde in mare sgorga.» (63)
Perciò Antonio decide di rappresentare il canto de “Il cielo degli amanti” con Dante e Beatrice in volo sulla città, tra gli inconfondibili lampioni del Lungomare Nazario Sauro.
La raccolta è a tiratura limitata: sono state realizzate pochissime copie, intorno alle 300 e alcune copie sono state inviate alla Regione Toscana. “Adesso ci si sta organizzando per fare una presentazione dei disegni”, racconta entusiasta Antonio.