Con la costituzione di parte civile dei genitori della neonata deceduta al parto il 30 giugno del 2020, è cominciata dinanzi al Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale di Bari, Francesco Agnino, l’udienza nei confronti di un medico e due ostetriche dell’ospedale “Miulli” di Acquaviva, per i quali la Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di concorso in omicidio colposo.
Si tornerà in aula il primo dicembre per la citazione del “Miulli” come responsabile civile, come chiesto dalla parte civile, rappresentata nel processo dall’avvocato Ettore Gorini.
I tre imputati, il ginecologo e le due ostetriche, sono accusati dalla pm Grazia Errede di aver indotto al travaglio la partoriente, una 33enne nata a Monopoli e residente da sempre a Cassano delle Murge, a 24 ore dalla cosiddetta “rottura delle acque”, come prevede la procedura, ma di non aver successivamente monitorato il battito fetale in continuo fino al parto, bensì in modalità intermittente.
La bambina, in grave sofferenza respiratoria al momento della nascita, fu trasportata d’urgenza alla terapia intensiva neonatale dell’ospedale “Di Venere” di Bari dove morì dopo poche ore per asfissia perinatale con sindrome da aspirazione di liquido amniotico.
La neonata riposa presso il Cimitero Comunale di Cassano.