Brutta notizia per le donne ed i minori vittime di violenza (con casi in aumento, dovuti anche alla pandemia ed al blocco forzato della vita sociale) che insistono sul nostro territorio: il Piano sociale di Zona, infatti, è completamente assente, bloccato dalle “impasse” burocratiche e alle prese con la massa di debiti del Comune di Grumo Appula, capofila del Piano.
A farne le spese – come già temevamo con questo articolo – i più fragili fra la popolazione, in questo caso le donne che subiscono violenza fra le mura domestiche e i minori, quasi sempre figli delle coppie che si scontrano.
Accade così che la Coordinatrice del Centro Antiviolenza “Lia”, Angela Lacitignola ha scritto nei giorni scorsi ai responsabili del Piano di Zona ed ai Sindaci dei Comuni che ne fanno parte (grumo, Acquaviva, Cassano, Sannicandro, Binetto e Toritto) annunciando il blocco delle attività di “presa in carico” di donnee minori vittime di violenza.
“La situazione debitoria della nostra Associazione – scrive la responsabile del CAV che opera sul nostro territorio – è tale da non poter più andare avanti, anche se lo abbiamo fatto per mesi e mesi nella speranza che la situazione si sbloccasse, ma senza alcun risultato”.
Ad oggi l’associazione vanta un debito, nei confronti del Piano di Zona, di oltre 32mila euro. Non solo: anche la convenzione fra CAV e Piano di Zona è scaduta sin dallo scorso 30 dicembre 2020 e da allora mai più rinnovata, lasciando da soli sia gli operatori del Centro che le vittime che gli stessi assistevano ed aiutavano. Proprio il mancato rinnovo della Convenzione, sottolinea la responsabile Angela Lacitignola mette a rischio l’erogazione di nuovi fondi che la Regione Puglia ha messo a disposizione dell’Ambito Territoriale proprio perchè non c’è una Convenzione fra l’Ufficio e l’associazione: se una nuova Convenzione non verrà firmata entro fine luglio, quei soldi saranno inutilizzabili.
Una situazione grave e delicata, che mette a repentaglio non solo la vita e l’incolumità di tante donne e minori che il Centro ha aiutato nel corso di questi anni ma anche tutta una serie di programmi antiviolenza – di sensibilizzazione, educazione – che erano stati programmati e che ad oggi il CAV non è in grado di portare avanti.
Con le gravi conseguenze che possiamo solo immaginare!