Dall’associazione cassanese “L’Eco”, riceviamo e pubblichiamo.
“In questo paese non si organizza mai niente”. Questa è la frase che si sente dire in maniera ricorrente quando si parla (o si posta) dei problemi di Cassano, un paese che ormai anche all’occhio più pigro risulta inevitabilmente addormentato da svariati anni. Vengono colpevolizzati ora l’amministrazione comunale e il suo rinomato lassismo, ora i più giovani che tendono ad emigrare quotidianamente verso paesi limitrofi per trovare un po’ di svago, ora le attività locali che non investirebbero mai abbastanza nello sviluppo del territorio.
A tal proposito vorremmo raccontarvi la nostra storia che forse permette di guardare al problema da una differente prospettiva.
Come movimento giovanile, noi de L’Eco – Il rumore del cambiamento, ci siamo sempre impegnati per realizzare attività di diverso tipo che potessero in qualche modo valorizzare il nostro territorio: forse qualcuno si ricorderà delle due stagioni di cineforum realizzate in collaborazione con l’IISS “Leonardo da Vinci”, oppure della serata folk a tema irlandese in occasione del primo compleanno della nostra associazione, o di ESTATT!, l’evento che abbiamo organizzato nel luglio 2019 in cui, tra stand e mostre di artisti locali, live painting, battle di freestyle, e un grande concerto finale abbiamo dimostrato come sia possibile, anche con scarsi mezzi e poca esperienza, rendere evidente la grande ricchezza che il nostro paese ci offre.
Tutto questo perché alle sterili lamentele abbiamo sempre preferito l’impegno e l’attivismo, nella consapevolezza di dover far partire da noi il cambiamento che volevamo vedere nella nostra Cassano. E questo è anche il motivo per cui, dopo un anno e mezzo di fermo inevitabilmente causato dalla pandemia e dalle conseguenti restrizioni, non vedevamo l’ora di rimetterci in gioco quest’estate e di impegnarci di nuovo per creare qualcosa che potesse ancora animare le nostre strade e le nostre piazze.
Purtroppo, però, come potrete immaginare, così non è stato: il nostro entusiasmo è stato inaspettatamente smorzato da delle specifiche quanto ambigue circostanze, che vi vogliamo raccontare.
La nostra “disavventura” inizia lo scorso giugno quando abbiamo iniziato a pensare cosa potessimo organizzare, come e quando farlo e soprattutto come affrontare gli inevitabili ostacoli economici che ogni tipo di attività pone. In questo frangente abbiamo salutato con gioia la pubblicazione, da parte dell’amministrazione, dell’avviso pubblico del 9/06/2021, in cui si invitavano associazioni e singoli cittadini di Cassano a farsi avanti con delle proposte per l’estate cassanese di quest’anno, da finanziare con fondi comunali per un valore complessivo di 3000 €.
Ci siamo subito fatti avanti: abbiamo inviato ben tre proposte di iniziative culturali eventualmente realizzabili durante l’estate, per le quali avevamo precedentemente stilato la fattibilità e il piano dei costi, augurandoci che almeno una di queste tre attività ricevesse un’approvazione e dunque un minimo finanziamento.
Secondo quanto specificato dall’avviso pubblico di cui sopra, abbiamo provveduto a inoltrare via mail le nostre richieste entro e non oltre le ore 14.00 del giorno 21/06/2021, dopodiché abbiamo incrociato le dita e iniziato ad aspettare.
Dopo quasi un mese, non avevamo ancora ricevuto alcun riscontro, e poiché come tutti sappiamo organizzare un evento pubblico richiede tempi abbastanza lunghi, abbiamo iniziato a sollecitare una risposta. Così, in data 12/07, abbiamo inviato una mail di sollecito al referente indicato che si stava occupando della pratica. In assenza di risposte, il giorno seguente abbiamo nuovamente sollecitato il responsabile con una nuova email. A questo punto, abbiamo finalmente ricevuto una replica, in cui ci veniva comunicato che la commissione preposta a decidere lo stanziamento dei fondi alle varie attività candidate – citiamo – “non aveva accolto” le nostre proposte.
Per quanto delusi e rattristati da questa comunicazione, eravamo consapevoli dell’esistenza di questa possibilità. E tuttavia, ci siamo subito interrogati sul perché le nostre proposte fossero state scartate; abbiamo nuovamente chiesto tramite mail di poter visionare i verbali della riunione della suddetta commissione. Non è seguito nessun altro scambio di posta elettronica: abbiamo semplicemente ricevuto una telefonata in cui ci veniva comunicato che l’unico modo per visionare i verbali della riunione era quello di recarsi personalmente presso il municipio.
Di conseguenza il giorno successivo ci siamo recati presso il comune per visionare i verbali e fare luce sulla faccenda.
In quest’occasione il dipendente comunale referente del progetto e membro della commissione di valutazione, ci ha mostrato un verbale non firmato da alcun componente della commissione incaricata di esaminare le proposte, in cui una sola delle tre attività da noi candidate figurava tra quelle pervenute ma scartate: delle altre due, non c’era alcuna traccia. Alle nostre richieste di spiegazione ci è stato detto che i preventivi da noi realizzati superavano di gran lunga le disponibilità del comune. Inoltre ci è stato impedito di fotografare il verbale non firmato e come unico modo per ottenere tale verbale ci è stata indicata la richiesta di accesso agli atti.
Insospettiti da queste affermazioni e dal fatto che ci era stato esibito un verbale palesemente non valido poiché non firmato, abbiamo cercato di contattare, attraverso vie meno ufficiali, i membri della commissione che avrebbe deciso – secondo quanto ci era stato comunicato quella mattina – di non finanziare le attività da noi proposte.
Uno di questi ha espressamente e inequivocabilmente smentito le parole del referente comunale con cui avevamo parlato, dicendoci piuttosto che nessuna delle nostre proposte era mai giunta all’attenzione della commissione e che per questo esse non avevano ricevuto alcun finanziamento. Peraltro – ci ha comunicato – non poteva certo essere addotta come causa dell’esclusione il fatto che le nostre richieste economiche erano eccessive, visto che in casi analoghi gli stessi membri della commissione si erano incaricati di contattare personalmente le associazioni o i singoli cittadini interessati per rimodulare i finanziamenti.
Alla luce di tutto questo, dunque, due cose ci sono apparse assolutamente chiare: in primo luogo, il fatto che, per un motivo o per l’altro, le nostre proposte di attività per l’estate cassanese, sebbene fatte pervenire ai referenti designati nei tempi e nelle modalità indicate dalla manifestazione d’interesse del 9/06/2021, erano state del tutto ignorate; e poi – molto più grave – il fatto che, quando abbiamo provato a chiedere spiegazioni in merito, il referente comunale a cui ci siamo rivolti ci ha mentito.
A questo punto, ormai, ben poco si poteva fare per porre nuovamente l’attenzione dell’amministrazione sulle nostre proposte, visto che – come ci era stato detto più volte – non si poteva tornare indietro.
E tuttavia eravamo più che decisi a fare chiarezza su tutta questa faccenda.
Così, in data 19/07/2021, abbiamo ufficialmente fatto richiesta di accesso agli atti della riunione in cui la commissione aveva esaminato le proposte per l’erogazione dei fondi, per poter accedere – questa volta – ai veri verbali.
Questa nostra semplicissima richiesta deve essersi rivelata, per i tecnici e il personale amministrativo che ne ha preso visione, particolarmente difficile visto che, dopo un mese dal giorno in cui l’avevamo formulata e protocollata, non avevamo ancora ricevuto alcuna risposta. Ma del resto è comprensibile: eravamo in piena estate e sia il tecnico che si stava occupando di questa specifica pratica sia il suo sostituto erano in ferie.
In data 19/08/21 alla richiesta di accesso agli atti ci viene risposto con una nota ufficiale che per un errore tecnico le nostre proposte, sebbene inviate in orario, non sono giunte all’attenzione della commissione e che la stessa si è accorta il giorno successivo dell’errore e che soltanto ora – a distanza di 28 giorni e forse a seguito della nostra insistenza – veniamo convocati per riesaminare la proposta presentata. Ci teniamo a sottolineare che alla specifica richiesta di accesso agli atti ci viene risposto con altro e ancora una volta ci viene velatamente negato il verbale ufficiale.
In data 23/08/2021 ci rechiamo presso gli uffici comunali per chiedere nuovamente di poter avere accesso ai verbali della riunione e in generale per chiedere delle spiegazioni in merito ad una situazione che, come minimo, era stata gestita in modo poco trasparente.
Gli esiti di questo colloquio sono in vero stati molto demoralizzanti: a più di un mese dalla nostra richiesta ufficiale, ci veniva nuovamente negato l’accesso ai verbali, poiché tale accesso andava autorizzato da un responsabile; del verbale non firmato mostratoci dal referente come risposta “ufficiale” alle nostre richieste di inizio luglio nessuno aveva improvvisamente più memoria; quando abbiamo chiesto spiegazioni in merito al fatto che le nostre richieste non erano giunte all’attenzione della commissione che avrebbe dovuto valutarle ci è stato detto – ripetiamolo: da un membro del personale tecnico-amministrativo del nostro comune – che in questo paese certe scelte vengono fatte solo per accontentare “gli amici degli amici”; ma, soprattutto, ogni qualvolta cercavamo di far valere la nostra posizione, essa veniva sistematicamente sminuita solo perché noi siamo – a quanto pare – “troppo giovani per poter capire certe cose”.
Ad ogni modo, questa conversazione si è conclusa con un nulla di fatto e noi siamo stati costretti, il giorno dopo, a tornare in comune per poter parlare con il responsabile dell’ufficio.
Quest’ultimo, senza sbilanciarsi più di tanto, si è limitato a scusarsi per un millantato errore tecnico, che avrebbe impedito alle nostre proposte di giungere all’attenzione di chi avrebbe dovuto esaminarle.
E, sebbene ci abbia finalmente permesso di avere accesso ai verbali di cui avevamo fatto richiesta, non ha poi proferito nessun commento su quel verbale non firmato che un suo sottoposto ci aveva esibito, né su questi fantomatici “amici degli amici” che erano stati chiamati in causa il giorno precedente.
In vero, però, dobbiamo anche dire che ci è stato proposto, in quella sede, un finanziamento di 300€ di cui avremmo eventualmente potuto beneficiare qualora avessimo deciso di realizzare comunque un evento per l’estate cassanese. Finanziamento che noi però abbiamo deciso di rifiutare: da un lato perché ci era stato ripetuto più volte che la disponibilità di questi soldi in realtà non era assolutamente certa, ma che avrebbe dovuto essere valutata; e dall’altro perché ci trovavamo ormai inesorabilmente al 24/08 e sarebbe stato concretamente impossibile organizzare un evento per l’estate, anche delle più discrete dimensioni, in meno di due settimane.
La vicenda si è dunque conclusa così, con un’estate passata a rincorrere i tecnici e il personale addetto del comune quasi pregando per delle risposte, sprecando tempo e risorse che avremmo speso molto più volentieri organizzando un evento ludico o culturale a beneficio della cittadinanza, come abbiamo fatto negli anni passati.
Ma non è certo la rabbia e il malcontento di chi non ha avuto modo di accedere ad un finanziamento pubblico che è alla base della stesura di questo comunicato, visto che, se solo avessimo avuto per tempo delle risposte chiare, certamente ci saremmo attivati per reperire i fondi necessari in altro modo.
Infatti, al di là della nostra certamente trascurabile esperienza personale, vorremmo porre l’attenzione su quanto risulti ancora oggi difficile, nel nostro paese – non ci risulta sia così infatti, nei comuni limitrofi – per un movimento cittadino fatto di ragazz* riuscire a dialogare in modo chiaro, pacifico e trasparente con l’amministrazione e con il personale tecnico-amministrativo.
Questo è il cuore della questione, e questo è il motivo per cui stiamo scrivendo questo comunicato.
Per ora, infatti, non ci interessa di quell’”errore tecnico” che sarebbe stata la causa dell’esclusione delle nostre proposte dal finanziamento, per quanto già solo questo è un preciso segno d’inadempienza (e siamo certi che anche il TAR lo interpreterebbe così); né ci interessa capire chi siano effettivamente questi “amici degli amici” che avrebbero avuto un trattamento privilegiato; e nemmeno vogliamo per ora indagare le modalità con cui ci è stato esibito un verbale falso spacciato per vero, ovvero le modalità con cui è stato compiuto a tutti gli effetti un falso in atto pubblico.
Ciò che più ci rammarica di tutta questa storia è infatti l’atteggiamento che ci è stato riservato da chi, volente o nolente, rappresenta le nostre istituzioni: siamo stati costantemente ignorati, sminuiti, marginalizzati, se non addirittura ingannati solo per via della nostra gioventù, solo perché qualcuno ha creduto di potersi permettere un comportamento assolutamente non professionale solo perché aveva a che fare con dei ventenni.
E allora, concludendo, speriamo che questa nostra testimonianza possa in qualche modo servire da lezione a più persone. innanzitutto all’amministrazione comunale, a cui ci permettiamo di suggerire una maggiore vigilanza sul personale tecnico-amministrativo, una maggiore attenzione nei confronti di ciò che realmente accade tra le mura del municipio e su quanto ciò possa penalizzare i cittadini (per quanto però va anche detto che, tra i membri della maggioranza, c’è effettivamente stato qualcuno che si è interessato della nostra situazione); e che non si strumentalizzi la nostra storia in senso strettamente politico, visto che, nonostante i frequenti esercizi di retorica potrebbero far pensare il contrario, nessun membro dell’opposizione si è fatto avanti, in nessun momento, per aiutarci.
Infine, speriamo sinceramente che la nostra esperienza possa contribuire a cambiare la prospettiva molto diffusa nel nostro paese che porta a guardare con sdegno, arroganza e superiorità i giovani. Come si può chiedere di restare a chi sceglie di costruire la propria vita fuori da Cassano se persino chi cerca di impegnarsi con tutte le proprie forze viene trattato con questa sufficienza dalle stesse istituzioni?