Rinnovo CCNL scuola. Sit in di protesta a Bari

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“In questi giorni si sta discutendo di legge di bilancio 2022 e tra le altre voci di spesa c’è anche quella del rinnovo contrattuale del pubblico impiego, il cui contratto è scaduto dal 2018. Secondo l’ultimo rapporto Ocse sullo stato dell’istruzione nel mondo intitolato «Education at a glance» le retribuzioni degli insegnanti italiani sono tra le più basse in Ue, molto dietro rispetto a quelle dei colleghi di Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna.

La Gilda degli Insegnanti, assieme a CGIL, UIL e Snals ha avviato la mobilitazione a livello nazionale per riportare l’attenzione sul rinnovo contrattuale degli insegnanti e non solo. Martedì 23 novembre è previsto un sit in davanti all’Ufficio Scolastico Regionale della Puglia alle ore 15.30.

“Nello specifico ci sono gli insegnanti che da anni aspettano quelle gratifiche economiche e professionali che da tempo tutte le forze politiche promettono, ma poi nessuna mantiene. Non c’è stato ministro che negli ultimi anni non abbia mai parlato di stipendi inadeguati per gli insegnanti. Si chiedono impegni europei, anche se già oggi gli insegnanti italiani lavorano molto di più dei colleghi delle altre nazioni, ma siamo bel lontani dagli stipendi europei. Nella legge di Bilancio per gli insegnanti e per la scuola non c’è nulla”, spiega Vito Carlo Castellana, coordinatore provinciale Bari e dirigente nazionale Gilda degli Insegnanti. E aggiunge: “Oltre alle richieste condivise con gli altri sindacati la Gilda degli Insegnanti chiede: più risorse economiche per gli stipendi dei docenti, di valorizzare la professionalità eliminando la burocrazia, valorizzare la didattica, invertire la tendenza di una scuola progettificio. E ancora: l’equiparazione dei diritti tra docenti di ruolo e docenti precari, il reclutamento degli insegnanti con regole certe, una carta del docente anche per gli insegnanti precari e per gli educatori, organici che permettano di avere classi meno numerose e un serio investimento sull’edilizia scolastica”.

Una mobilitazione nazionale che, annunciano i sindacati, potrebbe anche confluire in uno sciopero di tutta la scuola se il governo non ascolterà le richieste”. 

Mila Uffici Stampa

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