L’urgenza di un Piano del traffico: globale, condiviso e attuabile

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Se c’è un problema – uno dei tanti, in verità… – che la prossima Amministrazione Comunale cassanese dovrà affrontare è mettere mano seriamente ad un Piano del Traffico e della viabilità su tutto il territorio comunale.

Ne sono convinti attuali ed ex amministratori pubblici che non perdono occasione per ribadirlo, tenendo presente che un Piano generale manca dagli anni ’90, quando fu pensato e mai attuato completamente.

Gli interventi tampone, quelli rabberciati per cercare di risolvere questo o quel problema nonché le mancate attuazioni di piccoli cambiamenti che pure erano stati previsti e progettati ma la cui attuazione ha poi lasciato a desiderare perché stravolta da questo o quell’interesse particolare, non sono più tollerabili.

Nel 2020 il parco veicoli immatricolati su Cassano – secondo una recente Relazione predisposta dall’Ufficio Tecnico Comunale su dati dell’Osservatorio Nazionale della Mobilità – era pari a 10.118 unità di cui 6 autobus, 771 autocarri, 4 motrici, 157 rimorchi, 1.036 motocicli e ben 8.144 vetture.

Il rapporto fra abitanti e veicoli immatricolati, a Cassano, è pari al 55,11% (e se vi si aggiungono i motocicli la percentuale sale al 32%) ovvero 5,5 persone su 10 possiedono un’auto. Calcolando che a Cassano ci sono 4.653 famiglie (ultimo rapporto Istat) e che tra veicoli e moto vi sono 9.180 mezzi, ne consegue che ogni famiglia cassanese possiede statisticamente 1,97 veicoli.

Le conseguenze più immediate?

Occupazione di suolo pubblico, cioè 53.016 mq. di “ingombro” su una superficie comunale di 2.610.000 mq. (e senza considerare i mezzi pesanti e quelli speciali). E poi le sostanze inquinanti. Secondo le elaborazioni di Eurofamily su dati Ispra i veicoli che circolano su Cassano rilasciano più di 16mila tonnellate di CO2 e quasi 3mila tonnellate di PM10 (le polveri sottili deleterie per l’organismo), ogni anno. 

Numeri importanti che vanno in parallelo con la situazione di tante strade e zone del paese che soffrono costantemente della congestione del traffico, della mancanza di parcheggi, delle cattive abitudini degli automobilisti (e a volte anche dei pedoni).

Non ha più senso fare un “senso unico” qui, chiudere quella strada là, costruire rallentatori su questa o quella via o posizionare una rastrelliera per le bici perché ci sono quei soldi da spendere!

Da via Sannicandro a via Fatiguso, da via Gramsci a via Grumo solo per citare gli esempi più eclatanti, sono situazioni che risentono proprio di questo sguardo complessivo alla situazione del traffico in paese.

E’ arrivato il momento di pensare globalmente al territorio comunale tenendo conto delle tante problematiche:

– i flussi di traffico in entrata ed in uscita dall’abitato e dai borghi;

– il transito dei mezzi pesanti (che fine ha fatto il progetto di ampliamento di via Pellerano?);

– i parcheggi (in particolare nel centro storico o nelle immediate vicinanze);

– la mobilità sostenibile;

– i diritti dei bambini e delle persone più fragili (anziani, diversamente abili);

– l’inquinamento acustico e dalle già citate polveri sottili, la fruizione dei servizi pubblici (scuole, uffici, l’area mercatale, ecc.).

Con uno sguardo al turismo “lento” che oggi costituisce l’unica attrattiva per le nostre bellezze e che vede proprio nel traffico veicolare i maggiori rischi di allontanamento dal nostro paese.

Occorre un piano che sia globale, condiviso con la popolazione e attuabile nell’arco di 12 mesi al massimo ma soprattutto che non sia più oggetto di interessi, merce di scambio per questo o quel gruppo di pressione.

Una sfida per una Cassano migliore, una delle tante.

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