Onofrio Resta rassicura che, in ogni caso, gli ‘indipendenti’ non passeremo all’opposizione: “Resteremo in maggioranza, votando secondo due criteri: se i provvedimenti sono utili a Turi e se sono concertati anche con noi”
Al centro della conferenza stampa, tra l’intervento della dott.ssa De Florio e quello della dott.ssa De Carolis, arriva l’exploit del prof. Onofrio Resta, che inizia illustrando le ragioni dell’incontro: «La nostra necessità era di informare la stampa e la popolazione. Non avevamo nessuna voglia né di informare l’opposizione né la maggioranza, perché abbiamo già incontrato il sindaco e il senatore Boccardi e abbiamo preso delle posizioni».
«Questa conferenza – aggiunge più tardi – è utile per Turi: continuare senza spiegare la nostra posizione, voleva dire dare spazio a tutte le illazioni sulla nostra “compravendita” da parte del sindaco. E poi dovevamo chiarire che quanto sta accadendo non è colpa di Boccardi e Resta che litigano: io e Michele Boccardi andiamo assolutamente d’accordo».
“Non parteciperemo alle riunioni di maggioranza”
Riportando il filo del discorso alle posizioni raggiunte in questa fase di dialogo, Resta comunica che il primo punto fermo è che il ‘gruppo degli indipendenti’ non parteciperà alle riunioni di maggioranza: «Non è stata una decisione capotica né tantomeno inaspettata: abbiamo spiegato al sindaco e al senatore Boccardi che, a differenza dell’opposizione che veniva chiamata quotidianamente, noi non siamo stati coinvolti nelle decisioni dell’Amministrazione». «Per il momento – ribadisce – non partecipiamo alle riunioni di maggioranza. Per noi vale la “cabina di regia” in cui il sindaco, insieme a Boccardi, ci deve informare sulle cose che abbiamo chiesto e su quello che si farà. Se il sindaco ci dimostrerà che siamo necessari e utili, siamo disposti a ritornare, perché dobbiamo garantire non solo la maggioranza ma anche il rispetto verso il nostro ruolo».
Il ruolo del senatore Boccardi
Il prof. Resta approfitta dell’occasione per dirimere i dubbi sull’opportunità di coinvolgere il senatore Boccardi: «La strategia che ci ha portato a vincere, la garanzia della correttezza e della trasparenza, di una maggioranza che lavorasse erano del senatore Boccardi. Qualcuno dice: “Che c’entra Boccardi che per un anno e mezzo non si è mai interessato dell’attività amministrativa?”. Secondo me è colpevole che Boccardi, dopo averci messo a ballare, abbia spento la musica».
Il “patto” di inizio consigliatura
Prima di argomentare il percorso che si intende seguire nei prossimi mesi, Resta si concede un excursus storico sugli ultimi tre anni, partendo dalla campagna elettorale in cui ha mantenuto «un profilo basso per evitare disagi alla coalizione», rinunciando a parlare sui palchi e prestandosi al ruolo di “gregario”.
Chiuse le urne e decretata la vittoria della lista “TuRinasce, viene stretto un “patto” di inizio consigliatura, firmato da tutti i componenti della maggioranza, che prevede l’istituzione del ruolo di Presidente del Consiglio e l’avvicendamento, a metà mandato, tra gli assessori in quota agli ‘indipendenti’.
Lo scenario sancito da quell’accordo muta all’indomani del documento presentato a luglio 2020 per «chiedere un cambio di passo dell’Amministrazione»: «Invece di avere il Presidente del Consiglio e due assessori – commenta Resta – abbiamo avuto un nuovo assessore di un gruppo che fa capo al senatore Boccardi, cui non addebito nulla, e che era costituito da tre consiglieri, a differenza del nostro che era di quattro consiglieri e che aveva preso la metà dei voti della maggioranza».
«In quel momento – ammette – ho fatto “harakiri”, perché eravamo deboli: il ‘gruppo degli indipendenti’ era ormai inesistente e il sindaco mi spiegava che la dott.ssa De Carolis – una ragazza di 26 anni, che ha preso 750 voti, che non ha commesso nessun illecito e non ha fatto fare figuracce alla maggioranza – era ritenuta responsabile dei problemi di un’Amministrazione che aveva bisogno di un rilancio». «Mi sono assunto la responsabilità di quel documento ed ho accettato che il “patto” fosse stracciato e che la nuova Giunta fosse il risultato delle scelte del sindaco».
Dopo questa “rottura”, «il 98% delle volte – specifica Resta – sono stato l’unico a difendere il sindaco in Consiglio, qualche volta arrampicandomi sugli specchi, e non abbiamo mancato un giorno di alzare la mano. Questo fino al 18 ottobre, momento in cui la storia cambia».
I tre “orrori” che “cambiano la storia”
Per il successivo anno e mezzo, gli ‘indipendenti’ – tra alti e bassi – hanno fiancheggiato la maggioranza; il sostegno si è interrotto quando ci si è resi conto che si «stava lasciando all’opposizione il campo della competenza, della trasparenza e dei percorsi politici».
Una tesi che il prof. Resta sostiene ricordando tre questioni gestite in maniera “confusa”.
La prima, che risale al luglio 2021, riguarda i valori venali relativi alle aree edificabili, un contenzioso «per cui abbiamo già speso 150 mila euro»: «Leggo che l’ex Responsabile dell’Ufficio Tributi invia le lettere di convocazione per incontrare tutti i contribuenti, imponendo di preparare una memoria difensiva con perizia giurata. Qualche giorno dopo, tuttavia, ai cittadini viene notificato che la procedura del contradditorio è stata sospesa. L’assessore lo sapeva? Il sindaco e la maggioranza lo sapevano?».
La seconda è «il festival degli orrori dell’agibilità degli alloggi popolari di via Conversano». «Sarebbe bastato – riflette Resta – che l’assessore Coppi dicesse che era un problema tecnico, invece di fare le foto della consegna degli alloggi che, al momento, risultano inagibili, giacché l’unico documento arrivato è quello che l’opposizione è riuscita ad avere». «In Consiglio, l’istanza presentata dal consigliere De Florio, che ha studiato il progetto per venti giorni, è stata chiamata “fuffa”. Io, pur inviperito, ancora una volta ho difeso il sindaco, invitandola ad andare in Regione a richiedere un documento che chiarisse la corretta procedura da seguire. Dopo 15 giorni, scopro che questo documento viene prodotto da parte del consigliere Angelo Palmisano. Mi chiedo: come maggioranza contiamo ancora? Stiamo regalando il futuro di Turi a chi ha perso, e noi tre non ci stiamo».
La terza e ultima questione è la sospensione della Commissione di studio sul “Progetto Gramsci”: «Davanti a questa bega di percorso, ho chiesto di ritornare in Consiglio affinché fosse la politica a decidere e non si delegasse la scelta ad una Commissione, presieduta da un consigliere che non è della maggioranza». «Non si può andare avanti così – incalza – stiamo facendo il gioco dell’opposizione che, di volta in volta, tira fuori la carta vincente e fa scuola».
Il nuovo documento
Alla luce di queste tre criticità, il 18 ottobre è stato prodotto un nuovo documento «con 25 items, 25 punti qualificanti l’attività di governo su cui volevamo capire il metodo di lavoro e i risultati conseguiti, visto che in democrazia servono le opere ma serve anche la condivisione».
«Se questi temi non ci verranno spiegati, all’interno della cabina di regia concordata con Boccardi e il sindaco, non faremo parte dell’Amministrazione. Sarà una “separazione consensuale” – precisa Resta – non passeremo all’opposizione ma con molta serenità resteremo in maggioranza, senza però accettare alcuna disciplina e votando secondo due criteri: se i provvedimenti sono utili a Turi e se sono concertati anche con noi».
«Spetta al sindaco dirci “dentro o fuori”. Se diamo fastidio, andiamo fuori ma – rassicura – promettiamo che il nostro voto ci sarà sempre: se cade questa Amministrazione non sarà per colpa nostra». «Riconosco al sindaco – chiosa – una straordinaria forza d’animo, io mi sarei già dimesso». «D’altra parte, abbiamo dimostrato che non stiamo facendo capricci. Il sindaco deve comprendere che, se perde 1.600 voti, la metà dei consensi, politicamente fa brutta figura anche lei. Un sindaco che fa cadere l’Amministrazione rovina Boccardi; una maggioranza che non produce tarpa le ali a Boccardi che può essere una risorsa importante in un periodo di PNRR».
“Prima i chiarimenti, poi le deleghe”
L’annuncio da parte del consigliere De Florio che nei prossimi giorni sarà rimessa la delega alla Polizia Locale, offre al prof Resta l’assist per mettere in chiaro che «prima di accettare qualsiasi delega, il sindaco deve rispondere al nostro documento; dobbiamo capire chi lavora e chi no, che cosa è stato fatto, se si vuol continuare a dare spazio all’opposizione che approfitta dei nostri errori».
Quanto all’ipotesi ventilata di affidargli la delega all’urbanistica, Resta risponde che, se ce ne sarà bisogno, si rende disponibile a «proporre un assessore esterno. Mi attribuirò la responsabilità di questa delega, scegliendo insieme un professionista che finalmente, dopo dieci anni, faccia funzionare l’Ufficio Tecnico. Se il sindaco accetterà, ci avvicinerà molto di più ma il merito ce lo attribuiremo noi e Turi lo dovrà sapere».
Per far ordine nel “porto delle nebbie” del Settore Urbanistica, il professore suggerisce di «accorpare gli uffici lavori pubblici e urbanistica, organizzando meglio il lavoro; potenziare l’organico con altri tre amministrativi e fare in modo che nelle stanze degli Uffici vadano solo i tecnici e non i politici».
Le altre “questioni in sospeso”
A margine del discorso del prof. Resta, trovano spazio anche le altre principali falle riscontrate nel percorso amministrativo. Ad iniziare dall’ultimo Consiglio Comunale, slittato «perché si era in dubbio sulla nostra presenza», dal progetto GAL per la riqualificazione del Cimitero dei Colerosi e dalla programmazione natalizia. Due provvedimenti, quest’ultimi, su cui «abbiamo votato a favore perché, in Consiglio, ci era stato garantito che non c’era nulla di definitivo e ci sarebbe stato tempo per confrontarci. Ed invece, il Natale abbiamo visto come è andato e del progetto GAL non se ne è più parlato».
«Tra l’altro – annotano Resta e De Florio – Topputi, nonostante fosse il proponente di questa progettualità del GAL, era assente in Giunta. Tra i 25 items, chiederemo anche quante volte Topputi è presente in Giunta, visto che ci risulta che non ha partecipato a metà delle riunioni».
Infine, Resta manifesta la propria perplessità sui tempi di attesa per l’aggiudicazione del project financing per l’efficientamento della pubblica illuminazione: «Non ho capito perché, da febbraio 2020 ad oggi, non si sia ancora arrivati all’aggiudicazione, anzi, pochi giorni fa, si è chiesto un ulteriore RUP per controllare se ci siano tutti i documenti per stipulare il contratto con l’impresa. Scusate, ma sistemare la pubblica illuminazione non era un’emergenza?».