Dimissioni del sindaco

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La condanna di Paolo Tundo

“Tina Resta sta obbligando il paese a vivere 15 mesi di commissariamento”

Le dimissioni rassegnate dal sindaco Tina Resta lo scorso 1° marzo hanno aperto una riflessione anche tra le fila della minoranza. Le prime considerazioni che raccogliamo sono di Paolo Tundo, consigliere del gruppo “Patto per Turi”.

«Le fibrillazioni interne, visibili dai primi giorni dell’Amministrazione Resta, erano un segnale chiaro che non si era riusciti a creare una squadra di governo unita e coordinata. Tuttavia – afferma Tundo – piuttosto che spegnere sul nascere questi dissidi, si è ignorato il problema. Le incomprensioni si sono moltiplicate e si è arrivati al punto di rottura: nell’estate del 2020, i quattro consiglieri del ‘coordinamento civico’ (Teresa De Carolis, Teresita De Florio, Onofrio Resta e Fabio Topputi) hanno presentato un documento politico in cui chiedevano maggiore condivisione dei provvedimenti adottati dalla Giunta, un confronto costante all’interno della maggioranza e un cambio di passo nella gestione della cosa pubblica».

«Richieste legittime – aggiunge – che sono state lette come un attacco personale a cui il sindaco Resta ha reagito con un rimpasto della Giunta: Fabio Topputi ha perso la carica di vicesindaco (affidata a Graziano Gigantelli) e Teresa De Carolis è stata “bocciata” e estromessa dall’esecutivo. In conseguenza di questa scelta, il gruppo del ‘coordinamento civico’ si è sfaldato e Onofrio Resta si è dimesso da capogruppo di maggioranza».

“I due errori di Tina Resta”

«Il nuovo assetto dell’esecutivo – prosegue Tundo – è stato il primo errore di Tina Resta: “sfiduciando” De Carolis (che ha ottenuto 720 preferenze) e “declassando” Topputi (che ha sfiorato i mille voti) il sindaco ha tradito la volontà elettorale in nome di correnti e logiche di partito. Ha voluto inserire in Giunta Maurizio Coppi, che non era riuscito a spuntare la Presidenza del Consiglio comunale, scombinando gli equilibri già precari. Infatti, Forza Italia si è trovata con due assessori e gli ‘indipendenti’ privi di una rappresentanza».

«Il secondo errore – incalza – è stata la vicenda dell’agibilità delle case popolari di via Cisterna: il consigliere Teresita De Florio aveva segnalato le sue perplessità giorni prima del Consiglio comunale del 28 ottobre 2021; nessuno l’ha ascoltata ed è stata costretta a denunciare il problema in pubblica assise, dove è stata accusata di parlare di “fuffa” dall’assessore Coppi, il quale ha mancato di verificare la correttezza dell’operato della parte tecnica».

«L’agibilità – commenta – è solo l’ultimo di una lunga serie di esempi che dimostrano l’incapacità del sindaco di coltivare nella maggioranza lo spirito di collaborazione e l’unità di intenti. Non riuscendo a coordinare la squadra sul piano politico, inevitabilmente ne ha risentito anche la programmazione amministrativa: dalla viabilità precaria alle opere pubbliche che procedono a rilento, dai progetti lasciati a languire in un cassetto (come la nuova sede per l’Asl e il 118) ai tanti finanziamenti europei persi».

“Dimissioni da condannare”

«Le dimissioni del sindaco – tuona Tundo – sono da condannare non solo perché comprometterebbero la possibilità di Turi di accedere alle risorse del Pnrr, ma soprattutto per la tempistica. Se Tina Resta sapeva che la frattura interna alla maggioranza non era più sanabile, avrebbe dovuto dimettersi entro il 24 febbraio, così da consentire le nuove elezioni in primavera; temporeggiando e rassegnando le dimissioni il 1° marzo, ha obbligato il paese ad affrontare 15 mesi di commissariamento».

«Spero – chiosa – che il sindaco riesca a ricucire i rapporti con i 3 consiglieri ‘indipendenti’. Qualora la mediazione fallisse, il primo cittadino ha comunque il dovere morale di continuare a governare con gli 8 consiglieri che si sono detti solidali con le sue posizioni. Almeno fino alla fine dell’anno, così da traghettare responsabilmente la comunità in questo periodo strategico per il rilancio di Turi. È già accaduto in passato che un governo andasse avanti anche con una maggioranza risicata; l’importante è che non prevalgano le “ombre” che si celano dietro questa Amministrazione e che ne condizionano le scelte. Il sindaco e la Giunta devono essere liberi da qualsiasi “padrone” e avere il bene dei cittadini come unico obiettivo».

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