Accordo per un cessate il fuoco fino alle 21

12:01 | | No Comment

Zaporizhzhya sotto il controllo russo.

Sirene antiaeree a Kiev. Dieci morti a Severodonetsk. Morti due bimbi nati nel 2021 nella città di Malyn. Previsti 6 corridoi umanitari. Colloquio telefonico Draghi-Macron. Cina contro Usa e Nato.

Il quattordicesimo giorno della guerra in Ucraina inizia con le sirene antiaeree risuonate in diverse città dell’Ucraina. Scattati gli allarmi per gli attacchi aerei a Kharkiv e Vinnytsia, dove i residenti sono stati invitati a raggiungere i rifugi. Identica la situazione a Kiev. “Tutti subito nei rifugi”, ha diramato l’allarme su Telegram il capo dell’amministrazione regionale della capitale Oleksiy Kuleba. Intanto si stringe la morsa attorno alla città simbolo della lotta, Kiev, anche se dal lato est le truppe di Mosca sarebbero ancora a circa 60 km di distanza, molto più distanti della colonna militare in stallo a nord. Secondo gli Usa i russi sarebbero apparentemente “demoralizzati” e afflitti da problemi logistici e di sostentamento. Il Pentagono sostiene che “gli invasori” stanno continuando a trovare una forte resistenza da parte degli ucraini. 

La risposta russa agli Usa è arrivata dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: “L’operazione speciale militare russa in Ucraina sta procedendo rigorosamente secondo i piani” aggiungendo: “Non puntiamo a rovesciare il governo di Kiev“, sottolineando i “progressi” nei negoziati. L’obiettivo, secondo la portavoce, è quello di “porre fine all’insensato spargimento di sangue e alla resistenza delle forze armate ucraine il prima possibile”.


 Un membro delle Forze di difesa territoriale ucraine davanti a un edificio colpito da un bombardamento nella seconda città più grande dell'Ucraina, Kharkiv, l'8 marzo 2022

Sul territorio si contano i danni e le vittime. Cinque persone, compresi due bambini “nati nel 2021”, sono rimaste uccise in un “attacco aereo” che ha  colpito la città di Malyn, nella regione di Zytomyr, in Ucraina. Lo riporta Ukrinform, che cita notizie del ministero degli Interni di Kiev secondo cui sono state distrutte sette case. Almeno dieci persone sono morte in bombardamenti russi su Severodonetsk: secondo quanto dichiarato da un funzionario ucraino locale.  Sono tre i bambini rimasti uccisi nell’attacco aereo che nella notte ha colpito Sumy, nel nordest dell’Ucraina, con un bilancio complessivo di 22 morti. Lo riporta la Bbc che cita il governatore della regione di Sumy, Dmytro Zhyvytskyi, che ha accusato i russi di aver bombardato una zona residenziale nell’area nordest della città e denunciato una “strage”. Tra le vittime ci sono nove persone che erano in una casa e sei abitazioni sono state completamente distrutte, mentre una ventina sono parzialmente distrutte.

A sud Mariupol è “isolata” ma combatte ancora, mentre sembra che Mosca valuti di attaccare il porto di Odessa da terra, dopo la presa della città di Kherson. L’operazione potrebbe essere affiancata da un blitz anfibio, considerando che i russi hanno 11 navi anfibie nella regione. Finora Mosca ha lanciato quasi 670 missili che hanno colpito aree abitate da civili.

“Nella regione di Kharkiv, l’aggressore russo continua a bombardare infrastrutture critiche e abitazioni di civili”, scrive sul canale Telegram la Polizia nazionale ucraina secondo la quale “sono stati registrati diversi colpi di artiglieria sulle centrali elettriche regionali. A causa dei bombardamenti, 350 persone sono state sfollate da due palazzi. Critica la situazione a Izyum, non distante Kharkiv. ”Gli occupanti russi hanno posto l’assedio alla città e la stanno distruggendo” continuano gli appelli ucraini. 

Un chiosco con le vetrate distrutte a Kharkiv

Intanto fonti militare russe fanno sapere che la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhya sarebbe sotto il loro controllo. Circa 240 militari ucraini a guardia della centrale avrebbero deposto le armi “per tornare a casa”, sostengono i militari di Mosca, precisando la normale attività della centrale. Persi i contatti con i sistemi di controllo di Chernobyl.

Sul fronte diplomatico è previsto per domani l’incontro tra i ministri degli Esteri russo e ucraino. Sergey Lavrov e Dmitry Kuleba si vedranno in un trilaterale con l’omologo turco ad Antalya, a margine del Forum diplomatico internazionale. La conferma è arrivata anche dal ministero degli Esteri di Mosca: “Riteniamo che dal momento che l’Ucraina ha confermato, l’incontro si terrà, in particolare perché su iniziativa della Turchia”, ha sottolineato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.

In vista del Consiglio europeo informale, previsto domani e dopodomani a Parigi, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente francese Emmanuel Macron nel corso della quale sono stati esaminati gli ultimi sviluppi della crisi in Ucraina e le sue conseguenze sull’economia europea.

Mosca ha anche promesso una nuova tregua per permettere di evacuare i civili. Il governatore della città nord-orientale ucraina di Sumy ha confermato che il corridoio umanitario aperto nella giornata appena trascorsa proseguirà. Si stima che circa 5.000 persone abbiano lasciato Sumy in due fasi di evacuazione. Tra loro anche 700 studenti indiani. In totale sono previsti sei corridoi umanitari dalle 9 alle 21:

  • Energodar e Zaporizzhia
  • Sumy verso Poltava
  • da Mariupol a Zaporizzhia
  • da Volnovaha a Pokrovsk
  • da DaIziym verso Losova
  • dalle località di Vorsel, Bucha, Borodyanka, Irpin e Hostomel a Kiev

Le evacuazioni a Sumy

“La guerra deve finire. Dobbiamo sederci al tavolo delle trattative”, un tavolo “onesto e sostanziale” e “nell’interesse del popolo”. Torna a parlare nella notte il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che dopo le critiche in patria per l’apertura negoziale ribadisce di essere disposto a una trattativa che non sia una resa, ringrazia i russi che scendono in piazza e protestano contro la guerra e si dice certo che ci sarà “un nuovo Piano Marshall per l’Ucraina”. 

“Il mondo non crede nel futuro della Russia, non ne parla. Non c’è una sola parola. Parlano di noi, ci aiutano. Sono pronti ad aiutarci con la ricostruzione dopo la guerra. Perché tutti hanno visto che per il popolo, che si difende così eroicamente, verrà il dopoguerra”, ha sottolineato il presidente ucraino.

Intanto la Cina punta il dito contro la Nato e gli Stati Uniti “colpevoli” di aver spinto le tensioni tra Russia e Ucraina fino “al punto di rottura”. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, che ha criticato anche le sanzioni imposte alla Russia affermando che “brandire il bastone delle sanzioni ad ogni passo non porterà mai pace e sicurezza, ma causerà serie difficoltà alle economie e ai mezzi di sussistenza dei paesi interessati”.

Gli Usa intanto rifiutano l’offerta della Polonia di consegnare all’esercito americano stanziato in Germania i suoi Mig-29 per poi girarli all’Ucraina. “Non è attuabile”, ha detto il portavoce del Pentagono John Kirby. La prospettiva di jet che partono da una base Usa e Nato in Germania “per volare nello spazio aereo conteso tra Russia e Ucraina solleva serie preoccupazioni per l’intera alleanza Nato”, ha spiegato Kirby. “Continueremo a consultarci con la Polonia e gli altri nostri alleati Nato su questa questione e le difficoltà logistiche che pone, ma non crediamo che la proposta polacca sia sostenibile”, ha concluso.

Rai News

SPECIALE ESTERI



SPECIALE SALUTE