Le scuole di Acquaviva in un unico corteo
di Giulia Calfapietro
Si è svolta oggi, 10 marzo, ad Acquaviva delle Fonti la marcia per la pace e per la fratellanza umana, organizzata dagli studenti dei tre Istituti di istruzione secondaria superiore della città: il Colamonico – Chiarulli, il don Lorenzo Milani ed il Rosa Luxemburg. La guerra in Ucraina, la morte di tanti innocenti e l’esodo doloroso di donne e bambini da quel paese è stata la ragione scatenante che ha visto i nostri giovani adolescenti unirsi in un unico “abbraccio virtuale” e attraversare alcune fra le strade principali di Acquaviva giù fino a Piazza dei Martiri.
Soltanto chi ha la fortuna di vivere tutti i giorni con i ragazzi è capace di immaginare quanta forza e quanta bellezza può essere generata dall’incontro di anime come le loro e quanto alto può volare il loro grido di disdegno nei confronti di coloro che calpestano la pace e generano distruzione e morte. Il corteo degli studenti, accompagnati dai loro docenti, Dirigenti e dal personale scolastico, si è mosso ordinato, festante, dallo spiazzale della stazione ferroviaria ha attraversato via Roma e, costeggiando la piazza principale del paese ha sostato fra la cattedrale, il palazzo de Mari e la torre dell’orologio. E’ stato un caleidoscopio di mille colori quello attraverso il quale per qualche ora ognuno dei partecipanti ha immaginato e desiderato con forza, per il nostro paese e per il mondo intero, un futuro di speranza, di pace, di reciproco aiuto, di sostegno, di comprensione, di inclusione. I poster, i cartelli e gli striscioni, straripanti di espressioni e di disegni creati dagli stessi studenti in attività di gruppo, nelle loro classi, nei giorni precedenti hanno riempito l’aria intorno alla piazza gremita e hanno fatto da splendido scenario agli interventi che si sono susseguiti.
Dopo il messaggio accorato della Dirigente dell’Istituto don Milani, Dott. Maria Rosaria Annoscia, e la sentita testimonianza del Sindaco di Acquaviva Davide Carlucci tanti si sono avvicinati al microfono per condividere un pensiero, una riflessione, fare un augurio, confessare una speranza che non è mai rimasta personale, ma è immediatamente divenuta il desiderio di tutti. “Vogliamo un mondo buono, accogliente, giusto, nel quale la pace regni sovrana e la tolleranza si imponga sulla cattiveria e sulla violenza.” Dopo le restrizioni ed i timori generati dalla pandemia soprattutto le giovani generazioni gridano il bisogno di rinnovata serenità, di meraviglioso stupore dinanzi alle opportunità che il futuro può e deve offrire a chi si sta impegnando per costruire il proprio progetto di vita.
Oggi il cammino per la serenità appare lungo e difficoltoso e ogni singola voce, che resta tale, si perderebbe prima di poter essere ascoltata. Per questo è stato importante unirsi in un coro unanime che ha fatto della nota canzone di Fabrizio De Andrè il blocco di partenza da cui balzare in avanti, senza paura.
“Dormi sepolto in un campo di grano
Non è la rosa, non è il tulipano
Che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
Ma sono mille papaveri rossi.”
La speranza che ad essere sepolte siano, per sempre, le ingiustizie e le cattiverie umane e che fra quei papaveri i nostri ragazzi possano vedere spuntare le spighe della bontà e della saggezza, perché si possano raccogliere, nello stupore dei loro giovani sguardi, i lampi di un avvenire di pace.
In un vociare convulso e continuo tutti hanno indirizzato un pensiero a coloro che tentano in queste ore di raggiungere le frontiere attraverso i corridoi umanitari, a coloro che hanno trovato momentaneo rifugio presso famiglie e associazioni di volontariato e a quelli che imbracciano un fucile per difendere il posto dove sono nati. Qualche preghiera è rimasta sussurrata sulle labbra, qualche grido di speranza si è adagiato sulle scalinate della cattedrale. Dietro le mascherine timidi sorrisi hanno fatto da scorta agli slogan condivisi con il gruppo. Un’esperienza che, oltre a testimoniare l’attenzione e l’impegno dei nostri ragazzi nei confronti di ciò che sta accadendo non molto lontano da noi, ha segnato un momento importante di crescita umana e di presa di coscienza sociale ed etica.
Foto di: Angela Perrucci