La storia pazza e incivile di Via Adua

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Via Adua è una strada comunale che fa parte del comune di Rutigliano. Da oltre venti anni è oggetto di privatizzazione di alcuni cittadini . Non è un film ma la realtà di una controversia infinita fra comune e la famiglia in questione. Riepiloghiamo la vicenda: la famiglia del contendere da oltre 20 anni mettendo sedie e piante come segnali divisori ha mappato la via (addirittura arrivando a rompere l’asfalto e formando delle enormi buche affinchè non potessero circolare nè auto nè pedoni). Il comune , con l’allora amministrazione Romagno, a maggio del 2019 era riuscito a venire a capo dell’annosa situazione sgombrando piante e sedie , posizionando all’incrocio dei cartelli che per‐mettessero la circolazione e ripristinando la segnaletica per il traffico di auto e pedoni. Ricordiamo che questo gesto di ripristino della legalità causò reazioni violente da parte degli occupatori abusivi di via . Con il cambio di amministra‐zione la situazione si è fatta nuovamente complessa: infatti quella strada è stata “dissestata” per l’ennesima volta finchè dopo più di due anni dal suo insediamento l’attuale amministrazione è riuscita a riasfaltarla nuovamente con l’obiettivo di neutralizzare per sempre la pericolosa famiglia priva del minimo senso di civiltà. In realtà però come possiamo vedere dalle due fotografie scattate dal reporter de “La Voce del Paese” la strada risulta essere stata nuovamente occupata con piante e sedie in attesa….di “nuovi interventi” di distruzione da parte dei folli che ne continuano a invocare la proprietà. La domanda sorge quindi spontanea: è possibile che la legalità e l’ordine non riescano a prevalere sugli incivili e a pagare siano gli altri abitanti della via che vivono in un costante incubo senza fine ? Nel 2022 esistono ancora queste storie che vanno oltre le sentenze di giudizio che dovevano decretarne la fine . Ora la patata bollente passa nelle mani dell’assessore alla legalità e trasparenza Domenico Gigante (nonchè vice sindaco) che dovrà cercare di chiuderla definitivamente e interrompere questa “mattanza” che dura da decenni.

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