Nel segno della tradizione, il 19 marzo Peppino Susca ha allestito l’unica fanòva per le strade di Turi.
Fa parte della memoria storica cittadina riunirsi attorno ad un grande falò la sera di San Giuseppe e restare incantati dai movimenti caldi e sinuosi delle fiamme che ardono indisturbate i rami raccolti e deposti uno sull’altro.
Chi ha dimenticato il colore del cielo di Turi nella serata che festeggia tutti i papà, un cielo che dall’imbrunire si tinge delle sfumature del giallo, arancio e rosso, creando quasi un manto delicato a rappresentare l’abbraccio del focolare, dove il camino era la strada o la piazza e la famiglia noi turesi. Ed immancabilmente lo spazio casalingo riporta alla memoria l’usanza di cuocere del cibo e condividerlo, sorseggiando un bicchiere di vino, “quello buono”, raccontando aneddoti e storielle di tempi andati.
Era così a Turi, fino a due anni fa, quando ogni occasione di unione e di condivisione è stata spazzata via dalla paura e dall’isolamento. È la voglia di tornare alla vita che era, di recuperare quello che ci faceva stare bene, con poco, con semplicità, a muovere ogni tanto anche semplici cittadini, che autonomamente e dimostrando grande passione per il proprio territorio e le tradizioni locali, compiono gesti straordinari.
Nel primo pomeriggio di sabato 19 marzo squilla il telefono e leggiamo il nome di Peppino Susca: “Alle 17.30 verrà Don Giuseppe a benedire la mia fanòva. Sempre nel mio appezzamento di terra. Ho pagato quello che dovevo ed ho avuto l’autorizzazione ad accendere. Vieni”.
Ed ecco che con grande soddisfazione, Peppino Susca ha allestito la sua festa di San Giuseppe con un falò dell’amicizia. Dopo la benedizione, Peppino, con la sua famiglia, gli amici e chiunque passasse per la strada, ha festeggiato con l’unica fanòva turese, per non perdere la tradizione cittadina e per ricreare un’atmosfera che tanto mancava. E per allietare i presenti, carne arrostita e il suo immancabile vinello, distribuito a tutti, che ha scaldato i presenti felici di aver brindato all’iniziativa di Peppino.
A lui la gioia di aver accolto i suoi amici, i passanti, coloro che apprezzano la tradizione e vogliono mantenerla viva, dimenticando, per qualche ora, quello che ha coinvolto chiunque da due anni ad oggi. Grazie Peppino, ci diamo appuntamento al prossimo anno.
Cinzia Debiase