Carlucci: Energie Rinnovabili

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NON LASCIATE I COMUNI SOLI DI FRONTE ALLA TRANSIZIONE ENERGETICA


Ogni giorno leggiamo sui giornali notizie su possibili investimenti in energie rinnovabili in Puglia. L’ultima è la proposta di un impianto off shore al largo di Bari, ma altri parchi solari sono previsti a Palo e Troia, mentre il governo preme per altre pale, parchi agrisolari, impianti di biometano e altri progetti orientati verso l’autonomia energetica. In sé è un’ottima notizia che salutiamo con grande interesse e concordiamo con l’economista Gianfranco Viesti, secondo il quale questa può essere davvero una grande opportunità per il Mezzogiorno in una fase come questa nella quale la geopolitica ci spinge a ricercare l’indipendenza. Tuttavia, un’apertura indiscriminata verso questi insediamenti rischia di essere dannosa per il nostro territorio. Noi sindaci ci sentiamo intrappolati in una morsa: da un lato i comitati dei cittadini spesso alla mercé di spregiudicati cavalcatori delle sindromi “nimby”, dall’altra un assalto selvaggio, senza criteri, al nostro territorio, che non tiene conto della presenza di attività agricole, dell’impatto degli impianti sul sottosuolo, sull’avifauna, eccetera. Il Comune di Acquaviva, ad esempio, ha dovuto dire di no a due impianti eolici predisposti su aree di grande pregio e a un biodigestore a breve distanza dall’abitato. Ma sarebbe interessato a valutare progetti in aree più idonee nelle quali la produzione di energia avrebbe maggiore utilità per il mondo agricolo e ha già approvato una delibera per la costituzione di una comunità energetica aperta al contributo dei privati, spingendo per il fotovoltaico sulle abitazioni. Questa fase storica non può essere però lasciata solo alla libera e autonoma gestione dei Comuni. Ogni comunità, del resto, dovrebbe dare il suo contributo alla produzione energetica complessiva, attraverso una pianificazione regionale che porti a scegliere quali impianti realizzare in quali città. Solo così potremo respingere un confuso e caotico arrembaggio che lascia ai privati la facoltà di decidere cosa fare del nostro territorio. Su questo chiediamo alla Regione di accelerare quanto già avviato con il Pear e previsto nel programma che ha portato alla vittoria del presidente Emiliano nel 2020. La transizione energetica è diventato un imperativo sacrosanto, ma non lasciamo i Comuni soli di fronte alle multinazionali e a una legislazione che ci priva di ogni capacità. programmatoria.Nel corso del primo Festival dell’Acqua, promosso proprio ad Acquaviva delle Fonti, abbiamo incontrato tanti soggetti istituzionali legati al tema, Università, Regione, Enti irrigui, Autorità di bacino, CNR, AQP, Ordini professionali, Amministrazioni locali, Imprenditoria. Abbiamo chiaramente colto l’importanza del trovarci in un tavolo comune che aiutasse ad affrontare le problematiche legate alle risorse idriche in un quadro di complessità. Un disegno che vede il territorio e la vita delle comunità coinvolte in un approccio sistemico, che tiene presenti tutti gli ambiti coinvolti. Non si può infatti parlare di insediamenti di produzione di energia eolica, ad esempio, senza comprendere e affrontare gli impatti sulle falde e all’assetto idrogeologico o quelli di carattere archeologico o paesaggistico. Non possiamo non completare il ciclo dei reflui senza pensare, come è previsto già dal Piano regionale dei rifiuti, al trattamento dei fanghi per la produzione di biometano e compost. Il ciclo della vita ha bisogno di essere protetto attraverso la preservazione delle risorse e il riciclo virtuoso dei rifiuti e degli scarti, portandoci verso un deciso e potente sviluppo di un’economia circolare del territorio.


Davide Carlucci

Sindaco di Acquaviva delle Fonti

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