Passati 70 giorni di guerra, Kiev spera di aprire quattro corridoi umanitari per la città di Zaporizhzhia: da Mariupol, Lunacharske Circle, Tokmak e Vasylivka. Intanto missili si sono abbattuti su molte città e regioni: è stata colpita per la prima volta la Transcarpazia, al confine con l’Ungheria. Ennesimo bombardamento anche di stazioni ferroviarie: almeno sei nell’Ucraina centrale e occidentale.
Da una parte, il presidente ucraino Zelensky dichiara: “L’obiettivo dell’Ucraina è ripristinare la sua integrità territoriale, inclusa la Crimea”. Dall’altra, il presidente russo Putin assicura che “Mosca è ancora aperta al dialogo” con Kiev, ma aggiunge che l’Ucraina “non è pronta per negoziati seri” per porre fine al conflitto. E con il capo del Cremlino è tornato a parlare da Parigi Macron, presidente di turno dell’Ue: ha chiesto al leader russo di mettere fine all’invasione. Putin risponde chiedendo di “fermare l’invio di armi a Kiev da parte dell’Occidente”.
La posizione di Usa e Gran Bretagna
Dagli Stati Uniti il presidente ribadisce: “Se non ci opponiamo ai dittatori, continueranno ad arrivare”. E lo dice in Alabama durante la visita alla fabbrica dei missili anti-tank Javelin forniti a Kiev. Biden torna ad affermare che “le forze russe hanno commesso molti crimini di guerra” e che “gli Stati Uniti stanno guidando il sostegno agli ucraini per difendere il loro Paese”. E c’è da registrare l’intesa confermata con la Gran Bretagna del premier Boris Johson. Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha avuto un colloquio con il ministro degli Esteri britannico, Elisabeth Truss. Blinken ha confermato il sostegno all’Ucraina “dove – ha detto – il coraggioso popolo continua a difendersi contro i brutali attacchi della guerra di aggressione di Putin”. Blinken e Truss hanno parlato dell’ulteriore assistenza a Kiev, sia in materia di sicurezza sia di aiuti umanitari, e hanno discusso delle “conseguenze economiche per coloro che continuano a offrire supporto finanziario o materiale alla guerra del Cremlino contro l’Ucraina”.
Ue e Australia per nuove sanzioni
Di diverso tenore le dichiarazioni dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell: l’Unione europea farà tutto il possibile per evitare che la guerra in Ucraina si allarghi, assicura, insistendo sulla necessità di maggiori sanzioni contro la Russia. E a proposito di sanzioni, l’Australia rende noto di aver imposto ulteriori sanzioni ad altri 76 politici russi e a 34 funzionari del governo installato nelle regioni ucraine separatiste di Donetsk e Lugansk. “Questi individui hanno violato la sovranità e l’integrità territoriale attraverso la loro affermazione dell’autorità governativa su aree dell’Ucraina senza l’autorizzazione del governo” di Kiev, ha detto il ministro degli Esteri australiano Marise Payne.
Fausta Speranza – Città del Vaticano