Peste suina, serve un piano nazionale di abbattimento di fronte alla proliferazione dei cinghiali che riguarda ormai tutta la Penisola. Sono saliti, ormai, a ben 2,3 milioni gli esemplari che rappresentano un pericolo per la sicurezza dei cittadini, per le attività agricole e rischiano di diffondere la peste suina ben oltre le aree infette. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’annuncio dell’avvio di abbattimenti mirati a Roma da parte del sindaco Roberto Gualtieri. L’invasione di città e campagne da parte dei cinghiali viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero, secondo il sondaggio Coldiretti/Ixè.
“Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato e capillare di contenimento della popolazione dei cinghiali lungo tutto il territorio nazionale” chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “la necessità della loro riduzione numerica attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette”. “Siamo, infatti, costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria perché – precisa Prandini – è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali”.
“A preoccupare è – continua Prandini – l’immobilismo delle Istituzioni dopo i casi di peste suina individuati in Piemonte, in Liguria e nel Lazio, dove solo a Roma e provincia dove si stima la presenza di 20mila cinghiali, con il rischio concreto che l’emergenza si allarghi ad altre regioni limitrofe dove si concentra la norcineria nazionale che è un settore di punta dell’agroalimentare made in Italy grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi”. Prandini denuncia che “non c’è’ consapevolezza del momento drammatico che stanno vivendo gli allevatori con compensi riconosciuti che sono inferiori ai costi sostenuti per gli aumenti energetiche, dell’alimentazione degli animali e delle speculazioni contro le quali chiediamo l’intervento delle autorità competenti per contrastare le pratiche sleali”.
La peste suina africana, spiega la Coldiretti, può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. Ad oggi i casi individuati di positività riguardano solo cinghiali e nessun maiale, da quanto rileva la Coldiretti, è stato contagiato in Italia dalla Peste Suina Africana.
I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti. Senza dimenticare che negli ultimi dieci anni il numero di incidenti stradali gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci e Istat.
I branchi, conclude la Coldiretti, si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.
Peste suina Roma, si allarga zona rossa fino al 31 agosto
Si allarga la zona rossa per l’emergenza peste suina nella a Roma. L’estensione del perimetro rispetto al provvedimento della Regione Lazio, soprattutto per la zona Nord di Roma, è valido fino al 31 agosto. L’area del Comune è così delimitata: A Sud, Circonvallazione Clodia, Via Cipro, Via di San Tommaso D’Acquino, Via Arturo Labriola, Via Simone Simoni, Via Pietro De Cristofaro, Via Baldo Degli Ubaldi; a sudovest: Via di Boccea fino all’intersezione con Via della Storta; a ovest-nordovest: Via della Storta, Via Cassia (SS2) fino all’intersezione con Via Cassia Veientana (SR 2 bis); a nordest: Via Cassia Veientana (SR 2 bis) fino all’intersezione con l’autostrada A90 (Grande Raccordo Anulare), autostrada A90 fino all’intersezione con il fiume Tevere; a est-sudest: fiume Tevere. E’ quanto prevede la comunicazione del ministero della Salute alla Commissione europea, che ha dato l’ok, pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
Domani arriverà l’ordinanza del ministero della Salute che definirà meglio le procedure per la nuova zona rossa allargata. All’interno delle aree agricole e naturali interessate dal focolaio non si possono organizzare eventi, feste o pic-nic; è vietato avvicinarsi ai cinghiali o dare loro da mangiare. È inoltre raccomandata la disinfezione delle scarpe all’uscita dalle aree agricole e naturali.
Peste suina, dal Lazio ordinanza che dispone ‘zona infetta’
Peste suina africana, la Regione Lazio ha emesso l’ordinanza del governatore Nicola Zingaretti con le prime misure di regolamentazione per il contenimento. Il documento istituisce una ‘zona infetta provvisoria’, ovvero una zona rossa, che sarà indicata anche da cartelli segnaletici. L’ordinanza prevede il campionamento di carcasse o di cinghiali moribondi e dà mandato alle Aziende Sanitarie Locali competenti e all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, secondo le specifiche competenze, di provvedere alla gestione ed allo smaltimento di tutte le carcasse ritrovate e dei cinghiali moribondi, secondo procedure di massima biosicurezza così come previsto nel Manuale delle emergenze da Peste suina africana in popolazioni di suini selvatici.
Il Comune di Roma Capitale dovrà inoltre installare la segnaletica in ingresso alle zone coinvolte in casi di peste suina africana e, limitatamente ai territori interessati nel perimetro dei Parchi coinvolti, in coordinamento con i rispettivi Enti di gestione. Nelle zone coinvolte sarà vietato dar da mangiare e avvicinarsi ai cinghiali, organizzare eventi o pic-nic. Il Comune dovrà recintare i cassonetti dei rifiuti, “al fine di inibirne l’accesso da parte dei cinghiali e ad ottimizzare altresì il posizionamento dei cassonetti”.
Peste suina, Centinaio: “Allerta per caso Roma ma non allarme, attendiamo Dna”
E’ allerta per il caso di peste suina riscontrato su un cinghiale a Roma ma non è scattato l’allarme. Ad assicurarlo è il sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio. “Stiamo cercando di capire attraverso la prova del Dna se il caso di peste suina riscontrato su un cinghiale a Roma è legato ai casi precedenti ritrovati in Piemonte o se è un caso a sé”, sottolinea Centinaio parlando con l’Adnkronos sulla questione della peste suina.
“E’ importante capire se sia un caso a sé perché ci si comporta in un determinato modo, diversamente è più problematico e diventa un problema nazionale. – spiega Centinaio – Il fattore tempo comunque è fondamentale per dare risposte ai cittadini ma ancora di più ai mercati e ai nostri produttori”, allevatori di suini e trasformatori di carne suina. “Detto questo – afferma – ci rincuora il fatto che il caso di Roma sia stato trovato dentro al Raccordo Anulare, perché nel caso venisse confermato ufficialmente sarebbe più facile da gestire”.
Intanto, i casi di peste suina accertati in Piemonte sono gestiti dal commissario straordinario per l’emergenza peste suina Angelo Ferrari. “Stiamo cercando di risolvere la situazione il più velocemente possibile, comunque un allarme Psa in Italia non c’è, -assicura Centinaio – stiamo in allerta ma non siamo da bollino rosso, e infatti anche a livello internazionale, tranne in alcuni casi, l’Itali non è stata indicata come Paese a rischio anche se alcuni hanno messo la lente di ingrandimento su di noi. Il commissario, che ha pieni poteri – precisa il sottosegretario – sta collaborando con il Mipaaf, il ministero della Salute e dell’Ambiente”.
Peste suina, Costa: “Pensare a piano selezione e abbattimento cinghiali”
Il problema della peste suina in Italia “è un tema su cui mettiamo la massima attenzione, in sintonia chiaramente con i territori che sono maggiormente coinvolti”. Ad assicurarlo è stato il ministro della Salute Roberto Speranza, ospite di Sky Tg24, sull’allarme peste suina che sta interessando alcune aree della Penisola. “Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa la seguirà quotidianamente in prima persona”, ha evidenziato il ministro. “Rispetto le sensibilità di tutti, animalisti e ambientalisti, ma siamo di fronte a un’emergenza”, tra Piemonte, Liguria e ora Lazio, “e deve essere affrontata con strumenti emergenziali”. “I cinghiali hanno invaso le nostre città, i nostri parchi, i nostri quartieri. Credo sia il momento opportuno per pensare anche a un piano di selezione e di abbattimento importante, che riduca il numero e la presenza dei cinghiali. Credo che, al di là delle misure protettive, come recinzioni e quant’altro”, che si stanno mettendo in campo per affrontare il problema peste suina, “io mi auguro si possa fare una riflessione per cogliere l’occasione di ridurre sensibilmente la popolazione dei cinghiali”, ha quindi spiegato Costa, ospite in video collegamento della trasmissione ‘Mi manda Rai Tre’.
“Non c’è dubbio che siamo di fronte a un’emergenza – ha evidenziato – e credo che dobbiamo avere la consapevolezza di prenderne coscienza. Non a caso abbiamo nominato Angelo Ferrari commissario straordinario proprio per affrontare e gestire una situazione di emergenza straordinaria. Come Governo abbiamo anche stanziato risorse, già 50 milioni di euro, da un lato per cercare di contribuire il più possibile per mettere in sicurezza gli allevamenti dei suini e contestualmente mettere il commissario nelle condizioni di poter operare sul territorio quegli interventi necessari, come ad esempio le barriere e le recinzioni. Già da lunedì, 10 milioni di euro saranno nella sua disponibilità e potremo cominciare con qualche azione concreta sul territorio”.
Peste suina, Coldiretti: primo caso a Roma, intervenire subito
“Serve responsabilità delle Istituzioni per un intervento immediato al contenimento della popolazione dei cinghiali che hanno invaso campagne e città fino alla Capitale con danni economici per gli allevatori e rischi per la sicurezza dei cittadini”. Così il presidente della Coldiretti Ettore Prandini sul primo caso di peste suina africana (Psa) rilevato a Roma, molto lontano dai focolai accertati tra Piemonte e Liguria.
“Abbiamo più volte evidenziato – afferma Prandini – il rischio della diffusione della Peste Suina Africana attraverso i cinghiali e la necessità della loro riduzione numerica attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Siamo infatti costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria perché – precisa Prandini – è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali di fronte alla presenza in Italia di più di 2,3 milioni di esemplari, arrivati numerosi anche nella Capitale”.
Nella provincia di Roma si calcola la presenza di oltre 20 mila cinghiali che, oltre a distruggere i raccolti e spaventare i cittadini, rappresentano anche un danno economico concreto per le misure di contenimento della commercializzazione che scattano dopo l’accertamento del contagio. “A preoccupare è – continua Prandini – l’immobilismo delle Istituzioni dopo i casi individuati in Piemonte ed in Liguria con il rischio concreto che l’emergenza si allarghi ad altre regioni limitrofe dove si concentra la norcineria nazionale che è un settore di punta dell’agroalimentare made in Italy grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi”.
La peste suina africana può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. Ad oggi i casi individuati di positività riguardano solo cinghiali e nessun maiale – conclude la Coldiretti – è stato contagiato in Italia dalla Peste Suina Africana.
Peste suina africana, salgono a 101 i casi tra Piemonte e Liguria
Ancora un caso di peste suina africana è stato Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta. La nuova positività è stata riscontrata in provincia di Alessandria, a Lerma, dove sono sei le positività da quando è iniziata l’emergenza. I casi positivi salgono così a 101, di cui 61 in Piemonte e 40 per in Liguria.
Adnkronos