È morto anche il killer. Si tratta di uno studente liceale di 18 anni che frequentava la Uvalde High School. Biden: “L’idea che un ragazzo possa comprare un’arma d’assalto è sbagliata. Dobbiamo opporci alla lobby delle armi”
Salvador Ramos, 18 anni: ha parcheggiato l’auto, ha raggiunto il campus di una scuola elementare, la Robb Elementary School in Texas e, armato di fucile e pistola semiautomatica, ha cominciato a sparare. Pesantissimo il bilancio: 22 le vittime di cui 19 bambini, due adulti e lo stesso killer.
Salvador Ramos era un liceale e frequentava la Uvalde High School. Il giovane sarebbe stato ucciso nello scontro a fuoco con gli agenti intervenuti, due dei quali sarebbero stati feriti in modo lieve.
Tra le vittime un maestro della scuola di 44 anni, mentre non è chiara la sorte della nonna dell’aggressore, che sarebbe stata colpita dal nipote qualche ora prima che si recasse alla scuola. L’Uvalde Memorial Hospital ha dichiarato su Facebook di essersi preso cura di “13 bambini”, precisando che due “erano morti” già al loro arrivo. Un bambino e un adulto che erano stati trasferiti nell’ospedale universitario della città di San Antonio per poter ricevere cure adeguate si trovano ancora in prognosi riservata.
Intanto altri tasselli si aggiungono al profilo del ragazzo: una fotografia di due fucili semiautomatici in stile AR15 è stata pubblicata tre giorni fa su un account Instagram collegato al 18enne. Lo ha riferito la Cnn diffondendo l’immagine, postata come storia dall’utente ‘salv8dor’, appartenente al presunto assalitore e come confermato da vari suoi compagni di scuola.
La pagina TikTok di Ramos, ha aggiunto la Cnn, contiene solo un post su un gioco online, mentre nella bio sotto l’immagine di profilo si legge: “I bambini nella vita vera abbiano paura”.
Biden: “L’idea che un diciottenne possa comprare armi d’assalto è sbagliata”
“Sono disgustato e stanco. Dobbiamo agire. E non ditemi che non possiamo avere un impatto su questa carneficina”. Così Joe Biden in un breve discorso alla nazione. “È il momento di trasformare il dolore in azione”, ha detto il presidente Usa visibilmente emozionato.
“Sono passati 3.448 giorni, 10 anni, da quando sono andato in una scuola del Connecticut, una scuola elementare, dove un altro uomo armato massacrò 26 persone, di cui 20 scolari, alla Sandy Hook Elementary School. Da allora ci sono state oltre 900 sparatorie nelle scuole” e “la lista cresce quando si includono sparatorie in luoghi come teatri, chiese, o 10 giorni fa un negozio di Buffalo”.
“Ho trascorso la mia carriera come senatore e come vicepresidente lavorando con buon senso per approvare leggi sulle armi. Non possiamo, e non riusciremo, a prevenire ogni tragedia. Ma sappiamo che le leggi funzionano e hanno un impatto positivo. Quando abbiamo approvato il divieto di armi d’assalto, le sparatorie di massa sono diminuite. Quando la legge è scaduta, le sparatorie di massa sono triplicate. L’idea che un ragazzo di 18 anni possa entrare in un negozio di armi e comprare due armi d’assalto è semplicemente sbagliata. In nome di Dio, a cosa serve un’arma d’assalto se non per uccidere qualcuno? I cervi non corrono nelle foreste con giubbotti di kevlar addosso. È rivoltante”.
“Perché – ha continuato – vogliamo rassegnarci ai massacri? Perché continuiamo a lasciare che questo succeda?”. E’ una domanda a cui lo stesso presidente sembra non avere una risposta. Ma ora Biden ha ribadito che chiederà al Congresso di agire e di mettere un freno alla circolazione delle armi. “Dobbiamo contrastare – ha continuato – la lobby delle armi”. Annunciando poi di aver ordinato che le bandiere degli Stati Uniti “sventolino a mezz’asta”.
Il cordoglio di papa Francesco
Papa Francesco si è unito al no alle armi di Biden: “Ho il cuore affranto per la strage nella scuola elementare in Texas. Prego per i bambini, per gli adulti uccisi e per le loro famiglie. È tempo di dire basta al traffico indiscriminato delle armi! Impegniamoci tutti perché tragedie così non possano più accadere”. Così il Santo Padre in un appello al termine dell’udienza generale del mercoledì.
Sparatoria Texas, chi è 18enne autore della strage
Un ragazzo solitario, da bambino bullizzato a scuola per un problema di balbuzie, che negli anni era diventato sempre più violento. Così familiari ed amici descrivono Salvador Rolando Ramos, il ragazzo di 18 anni autore della strage della Robb Elementary School di Ulvade, in Texas, dove ha ucciso 19 bambini e due insegnanti. Ramos ha poi ferito altre persone, prima di essere fermato ed ucciso dagli agenti intervenuti.
Per la strage il giovane ha usato due armi d’assalto acquistate legalmente nelle scorse settimane, subito dopo aver compiuto 18 anni, nello stato dove nei mesi scorsi il governatore repubblicano Gregg Abbott ha firmato leggi che rendono più facile l’acquisto ed il possesso di armi. Prima di recarsi – armato e con indosso un giubbotto antiproiettile – nella scuola poco distante dalla sua casa, nella cittadina a larga maggioranza ispanica ad un centinaio di chilometri da San Antonio, Ramos ha aperto il fuoco contro la nonna, ferendola in modo grave.
Secondo quanto riferito dalle autorità, Ramos frequentava la scuola superiore di Uvalde, nello stesso distretto scolastico della scuola elementare colpita. Ed i suoi compagni lo descrivono come un ragazzo che a scuola aveva sempre avuto problemi, preso in giro per il fatto che balbettava. “Veniva bullizzato da tanti, sui social media, sui giochi: era un ragazzo simpatico, timidissimo, doveva uscire dal guscio”, racconta Stephen Garcia che si descrive come il migliore amico di Ramos alle medie.
Un altro amico, Santos Valdez, racconta come ad un certo punto Ramos ha iniziato a cambiare, ad avere comportamenti inquietanti. Una volta si era presentato con la faccia piena di tagli ed all’inizio aveva detto che era stato un gatto. “Poi mi ha detto la verità, che era stato lui a tagliarsi con un coltello”, ha spiegato ancora, dicendo che Ramos affermava che lo faceva per divertimento.
“Ha iniziato ad essere una persona diversa, e continuava a peggiorare”, ha detto ancora Garcia che negli anni scorsi si è trasferito con la famiglia in un’altra località del Texas, spiegando che da allora Ramos ha iniziata a saltare la scuola, a vestirsi sempre di nero, con gli anfibi, facendosi crescere i capelli.
Ramos ha iniziato ad andare in giro la notte in macchina con un altro amico, vandalizzando auto e sparando con la pistola a pallini. Sui social media pubblicava foto di armi automatiche dicendo che erano “nella lista dei suoi sogni”, fino a quando quattro giorni fa, poco dopo aver compiuto 18 anni, ha pubblicato la foto dei due fucili usati per la strage, “i miei fucili”.
Sui social due mesi fa aveva pubblicato anche un video di una sua sfuriata contro la madre che voleva cacciarlo di casa: “Ha postato video su Instagram, c’era anche la polizia, lui urlava parolacce alla madre ed era molto aggressivo”, racconta Nadia Reyes, una sua compagna di scuola.
E della situazione familiare di Ramos parla anche Ruben Flores, un vicino che insieme alla moglie aveva cercato di aiutare quel ragazzo senza padre “che aveva una vita piuttosto difficile con la madre”. Lo invitavano a barbecue, a dormire a casa loro insieme a loro figlio. Ad un certo punto i problemi con la madre, che ha problemi di tossicodipendenza, sono diventati tali che il ragazzo si è trasferito a vivere dalla nonna, che ieri è stata la prima vittima della strage della follia di Ramos.
Sparatoria Texas, negli Usa ci sono più armi che persone
Il dato, clamoroso, si è consolidato nel tempo: negli Stati Uniti ci sono più armi che persone in circolazione. Di fronte a un fatto come la sparatoria alla Robb Elementary School di Uvalde, in Texas, che ha causato la morte di almeno 19 bambini e due adulti, è da qui che deve partire qualsiasi analisi. Perché è evidente che ogni manifestazione di squilibrio, espressione di un disagio, di un problema personale o sociale, con un’arma a portata di mano diventa potenzialmente l’occasione per una strage.
Già nel 2015, un’analisi del Washington Post basata sui dati riportati dal Congressional Research Service (1998-2009), dal manufacturing and import/export data (2010-2013) e dall’U.S. Census, risultava chiaro come il numero delle armi civili (357 milioni) superasse di netto il numero totale della popolazione americana (317 milioni). In altre parole, già dal 2013 negli Stati Uniti erano presenti più armi da fuoco che persone.
L’aggiornamento dei dati mostra un trend di vendite in aumento, che ha visto un vero e proprio boom negli anni 2020/2021, segnati dalla pandemia e dalle tensioni sociali legate alla corsa alla Casa Bianca, che ha visto l’attuale presidente Joe Biden prevalere su Donald Trump, culminate nell’assalto a Capitol Hill. Oltre al Texas, da sempre lo Stato con una maggiore presenza di armi, nell’ultimo periodo le vendite si sono concentrate nella costa sudorientale (Florida, Georgia, North e South Carolina), in Minnesota e in Maryland.
Da gennaio a marzo 2022, secondo il report dell’osservatorio Nasgw citato da armimagazine.it, il mercato delle armi in America ha sostanzialmente fatturato quanto la media del primo trimestre degli ultimi tre anni; di fatto ci si sta assestando su livelli leggermente maggiori rispetto al biennio segnato da covid-19. Il fatturato del primo trimestre 2022 è sostanzialmente pari alla media triennale (-1,05%) pesantemente condizionata però dall’ultimo biennio: con 780,15 milioni di dollari si cresce rispetto ai numeri del 2019. È del resto evidente la flessione (-20,47%) rispetto al primo trimestre del 2021 che si chiuse con 980,96 milioni incassati. Il mercato quindi ha assorbito il salto di qualità degli ultimi due anni.
C’è un altro dato particolarmente significativo. Continua a crescere con decisione il mercato delle munizioni, che nel primo trimestre 2022 vale 114,92 milioni di dollari, +23,03% sull’anno scorso (93,41 milioni) e addirittura +53,76% sulla media triennale (74,74 milioni). Vuol dire che negli Stati Uniti le armi non solo si acquistano ma si usano anche. E sempre con maggiore frequenza.
Le parole utilizzate a caldo dal presidente Joe Biden riaprono un dibattito che ciclicamente torna a interrogare i partiti, l’opinione pubblica e le coscienze negli Stati Uniti. Il presidente definisce “un altro massacro” la strage nella scuola elementare texana e chiede leggi più severe sulle armi perché è “tempo di agire”. Biden si chiede: “Quante decine di bambini, che hanno assistito a quello che è accaduto, vedono i loro amici morire come se fossero su un campo di battaglia? Come Paese dobbiamo chiederci: quando, in nome di Dio, ci opporremo alla lobby delle armi?”.
La domanda riporta indietro nel tempo, a una cultura e a una tradizione che nessuno è riuscito veramente a scalfire. E si deve partire dalla Costituzione federale del 1789, in particolare dal secondo emendamento. “The Second Amendment gives citizens the right to bear arms” (Bill of Rights,1789). Quella impostazione si fonda sulla convinzione che le armi non siano solo armi di difesa ma anche uno strumento di garanzia per i cittadini, messi nelle condizioni di ribellarsi, evidentemente con il ricorso alle armi, nel caso in cui il governo non li avesse rispettati. Ci sono, nel secondo emendamento, tutte le stratificazioni delle scorie del colonialismo europeo e dello spirito della lotta per l’indipendenza americana.
Ma non si parla solo di storia. Il secondo emendamento della Costituzione americana è ancora oggi il fattore che legittima l’industria delle armi, le lobby che esprime e anche la convinzione di buona parte dell’elettorato e, di conseguenze, la connivenza della politica.
Chiunque abbia frequentato gli Stati Uniti sa bene quanto sia facile entrare in un negozio, o anche in un supermercato, e uscirne con armi e munizioni. È molto più complicato avere accesso a un locale per chi ha meno di 21 anni e molto più semplice perdere la patente di guida per una semplice infrazione stradale. Le leggi sono diverse da Stato a Stato, ma c’è una procedura federale da rispettare. Sostanzialmente, per comprare un’arma da fuoco in un negozio basta compilare un modulo, con i propri dati anagrafici e un’autocertificazione sui precedenti penali, l’uso di farmaci e la propria condizione di salute mentale. Segue un controllo preventivo con i database delle Autorità e arriva il via libera alla vendita. La stessa procedura salta però nella compravendita fra privati e anche nelle fiere che si tengono regolarmente in molti Stati.
C’è, insomma, un vuoto normativo che si somma a un’impostazione culturale, a una speculazione che ha profonde radici storiche, politiche, sociali ed economiche. Il risultato è l’aggiornamento continuo di stragi folli, come quella appena avvenuta alla Robb Elementary School di Uvalde, in Texas.
Sparatoria Texas, lo sfogo di Kerr: “Ora basta”
“Quando sarà abbastanza?”. Steve Kerr, coach dei Golden State Warriors, prima della partita poi persa sul campo del Dallas Mavericks in gara 4 della finale di Western Conference, in un lungo e emozionato intervento sulla strage compiuta da un 18enne in una scuola elementare di Uvalde, in Texas.
Almeno 19 bambini e due adulti sono stati uccisi nella sparatoria alla Robb Elementary School. Il sospetto autore della strage, identificato come Salvador Ramos, è morto. Secondo le autorità, il giovane ha inoltre fatto fuoco contro la nonna prima della sparatoria di massa: la donna rimane ricoverata in ospedale in condizioni critiche. Il 18enne, secondo i media Usa era armato con una pistola e un fucile.
Sparatoria scuola Texas, Biden: “Fermare lobby armi”
Almeno 19 bambini e due adulti sono stati uccisi nella sparatoria alla Robb Elementary School di Uvalde, in Texas, avvenuta martedì. E’ quanto riporta la Cnn citando il Dipartimento di pubblica sicurezza del Texas. Il sospetto autore della strage, un 18enne identificato come Salvador Ramos, è morto. Secondo le autorità, il giovane ha inoltre fatto fuoco contro la nonna prima della sparatoria di massa: la donna rimane ricoverata in ospedale in condizioni critiche.
Il presidente Joe Biden, in un discorso alla nazione, ha invitato gli Stati Uniti a “trasformare il dolore collettivo in azione politica”. “Perdere un figlio è come vedersi strappare via un pezzo dell’anima”, ha detto il presidente Biden nel suo discorso invitando a pregare per le vittime e a “opporsi alla lobby delle armi”. “Come nazione – ha sottolineato -, dobbiamo chiedere quando, in nome di Dio, ci opporremo alla lobby delle armi? Quando, in nome di Dio, faremo ciò che tutti sappiamo nel nostro istinto che deve essere fatto?”, le parole del presidente Usa.
Usa, sparatoria in scuola elementare Texas: un arresto
Sparatoria in una scuola elementare del Texas. A dare l’allarme la stessa direzione scolastica della Robb Elementary. Poco dopo le 13 ora locale il dipartimento di polizia di Uvalde ha segnalato che ”l’uomo che ha sparato è ora in custodia della polizia”.
La polizia ha affermato in un post su Facebook che c’era una grande presenza di polizia e ha chiesto alla popolazione di evitare la zona. Gli studenti sono stati portati alla Uvalde High School per incontrare i genitori, secondo la polizia e il distretto scolastico.