Gabrielli: “Per ora no crisi energetica per Italia”

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Per ora nessuna crisi energetica per l’Italia ma bisogna prepararsi a maggiori criticità. Ad affermarlo il sottosegretario alla presidenza del consiglio Franco Gabrielli, autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica, ospite di ‘Adnkronos Live’. “Indubbiamente il venir meno del flusso di materie prime sotto il profilo energetico ha tutta una serie di conseguenze, peraltro il governo in questi mesi ha lavorato su due ambiti: cercare fonti alternative di approvvigionamento e monitorare, censire quelle che potrebbero essere in prospettiva situazioni di razionamento o di governo di situazioni di crisi”, ha affermato aggiungendo: “Al momento queste evenienze non sono all’ordine del giorno, però un Paese dell’importanza, del ruolo e della complessità del nostro deve prepararsi a situazioni di maggior criticità”.

Rispondendo a una domanda sul rischio di tensioni sociali legate, dopo l’emergenza Covid, al malcontento per i rincari dei prezzi ha detto: “Assolutamente sì, ma il governo è già intervenuto in maniera importante cercando di attenuare gli effetti”.

“L’impazzimento dei prezzi è più una modalità che attiene a forme speculative che alla reale incidenza di quanto petrolio e gas arriva”, ha affermato ancora riferendosi al caro energia. E ha aggiunto che “bisogna trovare una modalità che limiti questa forma speculativa”.

“Anche in queste ore ci sono proteste, in giro per l’Italia, sul caro carburante che riguardano la marineria, settore importante della vita economica del Paese e delle economie di molti territori – continua Gabrielli – Sono conseguenze all’attenzione, il governo ha assunto iniziative e provvedimenti volti a cercare di limitare i danni e lo sta facendo anche sul versante internazionale per quanto riguarda il tetto al prezzo delle materie energetiche”.

Attacchi hacker

Gabrielli ha parlato anche del rischio attacchi hacker: “Alcuni di questi attacchi li abbiamo registrati anche nel recente passato, ovviamente oggi assumono un rilievo e un significato maggiore perché sono inquadrati in una vicenda bellica, quella che viene giustamente chiamata una guerra ibrida perché lo scontro non avviene solo sul campo di battaglia ma anche nel dominio cibernetico e quindi ha conseguenze che vanno al di là dei confini della stessa Ucraina”.

”L’obiettivo principale degli attacchi Ddos è rendere inservibile un sito: bisogna distinguere perché ci sono siti che forniscono solo informazioni e siti che forniscono servizi – ha spiegato – Se si intasa il sito di un aeroporto o di un’azienda sanitaria si hanno diverse conseguenze. Poi ci sono altri tipi di attacchi con i quali si va all’interno del sistema, si esfiltrano dati, si criptano dati ma al momento tali problematiche non sono state poste alla nostra attenzione anche se non si può escludere”.

”Molte volte nel dark web circolano dati che sono stati oggetto di esfiltrazioni avvenute non con la consapevolezza del soggetto attaccato”. ha aggiunto.

Migranti

Al momento sono arrivate sul territorio italiano 18.800 persone dall’inizio anno, la differenza con il 2021 è di circa 4.400 in gran parte legate al flusso che arriva dalla Turchia e dalla Libia. Il flusso dalla Tunisia e dalla Libia si è mantenuto tendenzialmente stabile”, ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ospite di ‘Adnkronos Live’ rispondendo sul rischio di un aumento dell’ondata migratoria in conseguenza del blocco delle esportazioni di grano.

”E’ indubbio ma credo che non ci volesse l’emergenza Ucraina per ricondurci a una realtà nella quale i flussi migratori sono e saranno. Oggi in Africa ci sono circa un miliardo e 300 milioni di persone e le Nazioni Unite prevedono nei prossimi 20 anni che si arrivi a due miliardi e mezzo. Stiamo parlando di un’enormità di numero di persone molto spesso in condizioni estremamente complicate di sopravvivenza con i quali il mondo dovrà fare i conti. Ci sono dei meccanismi che accentuano e accelerano queste situazioni e il tema della mancanza di mais e di grano sono acceleratori”, ha affermato ancora.

Pnnr

“Ciò che ci preoccupa di più è il versante che attiene al Pnrr”, ha affermato Gabrielli riguardo ai rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata. E ha spiegato che l’augurio legato al Pnrr è che arrivi un “flusso significativo di denaro nel nostro Paese” ed “è ovvio – ha osservato – che le organizzazioni criminali, il cui principale obiettivo è conseguire un profitto illecito, vanno a intercettare tutti i flussi di denaro, specie se sono di provenienza pubblica”.

“Dall’inizio sia il ministero dell’Interno ma anche il comparto di Intelligence ha alzato le antenne per intercettare tutto ciò che possa essere drenato dalle organizzazioni criminali e possa rappresentare un’alimentazione illecita di queste organizzazioni”, conclude Gabrielli.

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