Non si usi il grano dell’Ucraina come arma!

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L’appello di Papa Francesco affinché il conflitto in corso non affami le popolazioni più povere a causa del blocco delle esportazioni di frumento dal Paese est europeo, uno dei maggiori produttori al mondo di questo bene alimentare primario.

Al termine dell’udienza generale di questo mercoledì, Papa Francesco ha rivolto un appello alla comunità internazionale perchè si sblocchi la questione del grano fermo, a causa della guerra in corso, nei porti dell’Ucraina. Queste le sue parole: 

Desta grande preoccupazione il blocco dell’esportazione del grano dall’Ucraina, da cui dipende la vita di milioni di persone, specialmente i Paesi più poveri. Rivolgo un accorato appello affinché si faccia ogni sforzo per risolvere tale questione e per garantire il diritto umano universale a nutrirsi. Per favore, non si usi il grano, alimento di base, come arma di guerra!

L’impegno dell’Ue sulla questione del grano

In un’intervista ieri al Corriere della Sera, il segretario generale del Servizio europeo per l’Azione esterna, il ministero degli Esteri dell’Ue, Stefano Sannino, ha affermato che  per prevenire una crisi alimentare mondiale si sta “lavorando a varie opzioni: come riuscire ad esportare le tonnellate di grano bloccate in Ucraina e come sostenere le agricolture e le economie dei Paesi più colpiti.” Secondo Sannino, “l’ipotesi su cui si sta adoperando il segretario dell’Onu Guterres e su cui è impegnato anche il presidente del Consiglio europeo Michel prevede di usare il porto di Odessa ma perché sia possibile occorre sminare le acque davanti al porto di Odessa e scortare le navi”. Questo permetterebbe di non dover ricorrere a soluzioni più complesse dal punto di vista politico, come attraversare con le merci la Bielorussia, oppure passare dalla Polonia allungando i tempi del trasporto. 

Sostenere lo sviluppo dei Paesi africani

Un altro fronte di impegno anche se non ad effetto immediato, è lo sviluppo agricolo dei Paesi più poveri, specie in Africa. Anche a questo, ha dichiarato il segretario generale, l’Ue sta lavorando, insieme all’Unione africana, con l’obiettivo di mettere a punto piani per sostenere l’agricoltura, ma anche la commercializzazione e la trasformazione dei prodotti. “Un altro punto centrale – ha sostenuto Sannino – è l’accesso ai fertilizzanti per trovare alternative a quelli russi”.

Lo spettro dell’insicurezza alimentare

La guerra in Ucraina ha aumentato, dunque, le preoccupazioni per la sicurezza alimentare globale, una questione che vede da tempo impegnate le Agenzie dell’Onu come Pam e Fao per raggiungere l’obiettivo ‘Fame zero’, obiettivo che già la pandemia aveva reso più difficile. “Siamo molto preoccupati per la situazione dei cereali in Ucraina”, ha commentato nei giorni scorsi il segretario generale dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC): “Abbiamo bisogno di corridoi sicuri nel Mar Nero. Il raccolto è il mese prossimo”.

L’aumento dei prezzi in Europa, Stati Uniti, Medio Oriente

Con il conflitto, l’insicurezza alimentare è divenuta un’arma capace di colpire l’intera popolazione mondiale. La riduzione dell’offerta del grano da parte di Russia e Ucraina, entrambi tra i primi cinque esportatori al mondo, ha spinto i prezzi a livelli senza precedenti sui mercati delle materie prime anche in Europa e negli Stati Uniti. L’aumento del prezzo del grano è già stato avvertito in Siria e in altri Paesi in cui il pane è diventato un bene inaccessibile per le fasce di popolazione più povere. Al tempo stesso, alcune nazioni che hanno scorte di cereali stanno adottando misure protezionistiche. Un esempio ne è l’India, il secondo produttore di grano del pianeta, che per evitare carenze interne o aumenti dei prezzi, ha deciso di vietare le esportazioni di frumento. Fermare la guerra in Ucraina e trovare soluzioni sostenibili a lungo termine per scongiurare una crisi alimentare globale si fa dunque una necessità sempre più urgente.

Adriana Masotti – Città del Vaticano

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