Tra i 19 cittadini dell’Area Metropolitana di Bari anche due acquavivesi.
Dopo due anni di stop per l’emergenza causata dal virus da Covid-19, nel pomeriggio del 31 maggio, si è tenuta nel Salo‐ne degli specchi della Prefettura di Bari, la cerimonia di con‐segna dei diplomi per le onorificenze al Merito della Repubblica Italiana.
La cerimonia presieduta dal Prefetto di Bari Antonia Bellomo, ha visto la partecipazione di due nostri concittadini, il dott. Francesco Morgese – Ufficiale della Guardia di Finanza, insignito dell’onorificenza di “Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana” ed il sig. Vito Antonio Tagariello – Ispettore Superiore della Polizia di Stato in congedo, che ha ricevuto l’onorificenza di “Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana”.
Le onorificenze vengono concesse dal Presidente della Repubblica, a coloro i quali si sono particolarmente distinti in vari campi ed in particolare è destinato a ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari.
Appresa la notizia li abbiamo prontamente raggiunti nel giorni scorsi per farci rilasciare un commento a caldo. Iniziamo con l’ex poliziotto Tagariello conosciuto in città anche per il suo attivismo e impegno nel sociale. È lui che ci rivela di non essere stato l’unico acquavivese a ricevere l’onorificenza lo scorso 31 maggio, ci nomina il Sottotenente della Guardia di Finanza Dott. Francesco Morgese: “Non posso dirti molto perché sono in ancora in servizio”. Manteniamo il rispetto dovuto alla sua professione e non vi comunichiamo volutamente ulteriori dettagli. “Ho ricevuto la prima onorificenza “Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana” nel 2012 e nel 2022 a seguito di importanti e riconosciute attività di servizio – precisa il finanziere – sono stato insignito dell’onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana”.
“L’onorificenza di “Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana”- ci dice prontamente Tagariello ora in congedo- è il frutto degli anni di servizio nella Polizia di Stato, ben 38. Ho fatto un po’ di carriera al suo interno, da poliziotto semplice sono arrivato a Ispettore Superiore con qualifica di ufficiale pubblica sicurezza. Mi sono sempre dedicato al mio lavoro con zelo e impegno per combattere la criminalità, non ho fatto quasi mai giorni di malattia né mai avuto manifestazioni di negatività. Ero appassionato della Polizia di Stato, mi sono buttato con tutto me stesso in questo lavoro per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Mi fu chiesto cosa volessi fare come andavo in congedo. Io dissi prontamente che mi sarei impegnato nel volontariato nella mia città all’interno della Caritas di Acquaviva nella vivace realtà dell’Emporio Le 7 Ceste. È stata fatta la segnalazione d’ufficio sulla mia persona, hanno raccolto tutte le informazioni ed encomi con parole di lode ricevuti nel lavoro svolto e messo insieme tutti questi elementi.
Incuriositi, gli chiediamo dove ha prestato servizio.
“Ho fatto il corso a Cesena poi per quattro, cinque anni ho prestato servizio alla Digos di Bologna, poi sono sceso a Matera nel nucleo prevenzione crimine. Ci occupavamo di criminalità organizzata anche fuori Regione, andavamo nelle città dove succedono episodi violenti, rapine in villa, omicidi, e sparatorie”. Ci dice, inoltre, di aver preso parte alla missione della ragazza sequestrata in Provincia di Brescia Roberta Ghidini portata giù in Calabria e liberata in Aspromonte nel 1991. “Lì abbiamo visto un’altra realtà. Ricordo che in quel periodo eravamo impegnati nel contrabbando tra Brindisi e Foggia, arrivò un fax dal Ministero, ci dissero: – Bisogna partire in Calabria. Fatevi una doccia, mangiate a casa e fate le valigie. Partimmo da Bari e arrivammo in Aspromonte a mezzanotte, tre ore di sonno, alle 4.00 stavamo già facendo perquisizioni in Provincia di Catanzaro. Ciò che mi colpì profondamente era che la gente era indietro di vent’anni; le donne in abiti neri tradizionali con le ceste in testa a piedi e gli uomini sull’asinello”.
Riconoscimenti importanti che certamente non capitano tutti i giorni, sono di esempio e testimonianza per tutta la comunità e le giovani generazioni.
Esprimiamo per entrambi i nostri concittadini gratitudine e affetto, congratulazioni vivissime per l’onorificenza ricevuta da tutta la nostra Redazione.