La notizia di oggi è il nuovo, forte, calo del Bitcoin che si attesta oggi sotto i 25 mila dollari, un minimo che non si registrava da dicembre 2020. Il trend costante è invece una perenne altalena della quotazione della criptovaluta, che oltre a generare guadagni e perdite consistenti a chi ha scelto di investire, rinnova le domande sulla tenuta e la fondatezza di una scommessa che resta tale.
Le valutazioni sono contrastanti. A un estremo c’è la previsione di una adozione di massa. Vuol dire che la maggior parte della popolazione arriverà a utilizzarla come valuta, in maniera alternativa o complementare alla tradizionale valuta. In particolare, l’ultima pubblicazione di Blockware Intelligence, la divisione di ricerca di Blockware Solutions, analizza l’adozione del Bitcoin da parte degli utenti. Il modello ha confrontato le curve di adozione delle principali tecnologie più dirompenti che hanno cambiato per sempre il concetto di società: Internet, l’automobile, l’energia elettrica, la radio, gli smartphone, i social media. Bene, la conclusione è che Bitcoin è “una tecnologia dirompente che è già quantificabile a partire dalle prime fasi di adozione”. Come ogni report sulle criptovalute, è corredato anche di avvertenza: non si tratta di “uno strumento di trading scientifico di breve termine”, ma piuttosto di “una guida concettuale per gli investitori di Bitcoin a lungo termine”. Come dire, non vi fidate fino in fondo.
Alla diffusione dell’utilizzo del Bitcoin come moneta corrente contribuisce in maniera sostanziale la diffusione dei bancomat ad hoc. Le installazioni di Atm, fonte Cointelegraph Italia, hanno registrato una nuova accelerazione siglando, a giugno, la prima inversione di una traiettoria discendente durata cinque mesi. A livello mondiale, le installazioni di nuovi sportelli sono diminuite costantemente nel corso dell’anno, registrando a maggio il minimo di 205 installazioni di Atm. Tuttavia, il mese di giugno ha visto l’installazione di oltre 882 Atm nei soli primi dieci giorni trascorsi.
All’altro estremo, quello prevede un’implosione del fenomeno Bitcoin, ci sono le difficoltà e i dati di un contesto piuttosto avverso al mondo delle criptovalute. Tra tutti, quelli che descrivono le difficoltà crescenti per i miners. Il primo problema è il costo dell’energia, considerato che in alcune zone dell’Europa è aumentato al punto che il mining di un bitcoin può arrivare a costare a 25mila dollari. Difficoltà e costi che si stanno ripercuotendo anche sul valore di mercato delle grandi società di mining quotate, con alcuni tra cui i leader mondiali del settore, Riot, Marathon e Core Scientific, che hanno dimezzato la loro capitalizzazione. Uno dei problemi sostanziali è il finanziamento. I miners avrebbero bisogno di liquidità ma è difficile, se non impossibile, in questa fase trovare investitori disponibili.
Il paradosso è che un classico fattore di crisi per l’economia reale, come il brusco rialzo dei prezzi dell’energia, rischia di compromettere lo sviluppo di un bene virtuale per eccellenza, come le criptovalute in generale e Bitcoin in particolare.
Adnkronos