La vicinanza del Papa al popolo dell’Afghanistan

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Afghanistan colpito da un forte sisma

Le vittime e i feriti del terremoto che ieri ha investito il Paese asiatico, ma anche il dolore per l’uccisione di due gesuiti e un laico in Messico e la necessità di non dimenticare l’Ucraina ancora in guerra, nelle parole di Francesco all’udienza generale di questo mercoledì.

Papa Francesco è vicino alla popolazione dell’Afghanistan, colpito ieri sera da un violento terremoto che ha provocato, secondo un primo bilancio, almeno 900 vittime e centinaia di feriti. La scossa, di magnitudo 5.9, ha avuto epicentro nel sudest del Paese, al confine con il Pakistan. Il governo ha richiesto soccorsi immediati alle agenzie umanitarie per prevenire una catastrofe umanitaria. Queste le parole del Papa pronunciate all’udienza generale di oggi prima dei saluti in lingua italiana:

Nelle scorse ore un terremoto ha provocato vittime e danni ingenti in Afghanistan: esprimo la mia vicinanza ai feriti e a chi è stato colpito dal sisma, e prego in particolare per quanti hanno perso la vita e i loro familiari. Auspico che con l’aiuto di tutti si possano alleviare le sofferenze della cara popolazione afghana.

La violenza in Messico

Papa Francesco ha espresso quindi “dolore e sgomento per l’uccisione, in Messico, l’altro ieri, di due religiosi fratelli miei gesuiti e di un laico”. E ha affermato:

Quante uccisioni, in Messico! Sono vicino con l’affetto e la preghiera alla comunità cattolica colpita da questa tragedia. Ancora una volta, ripeto che la violenza non risolve i problemi ma accresce inutili sofferenze.

I due religioni, Javier Campos e Joaquin Mora, sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco all’interno della chiesa a Cerocahui, Tarahumara, nello Stato settentrionale di Chihuahua. Al momento non e’ stata ancora rivelata l’identità della terza vittima. E ancora da chiarire la dinamica dell’uccisione. Su Twitter, padre Arturo Sosa Abascal, preposito generale della Compagnia di Gesu’, si e’ detto profondamente “scioccato e rattristato” per quanto avvenuto e ha assicurato la propria vicinanza ai confratelli in Messico e alle famiglie delle vittime esortando a “fermare la violenza nel nostro mondo e tante sofferenze inutili”.

Non dimentichiamo il popolo ucraino

Infine, ancora una volta, il pensiero di Francesco è andato alla guerra in Ucraina che nell’opinione pubblica rischia di passare in secondo piano, come già osservato all’Angelus di domenica scorsa. Il Papa ha detto:

I bambini che erano con me nella papamobile erano bambini ucraini: non dimentichiamo l’Ucraina. Non perdiamo la memoria della sofferenza di quel popolo martoriato.

I piccoli provenienti dall’Ucraina, saliti sull’auto del Papa, sono stati accolti da una scuola primaria di Roma, la Alberto Cadlolo, per far loro proseguire gli studi. 

Adriana Masotti – Città del Vaticano 

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