La preoccupazione dei balneari. Le dogane: c’è da 20 anni
Il tam tam è partito sui social e sulle spiagge. Si deve attendere l’autorizzazione per metterli in esercizio: per ogni biliardino fuori regola la sanzione è di 4mila euro. Agenzia delle Dogane: “Nessuna multa, l’imposta biliardini esiste da 20 anni”.
Balneari preoccupati per la tassa e le multe in arrivo per tenere il biliardino nel proprio stabilimento, anche se a uso gratuito. L’agenzia delle Dogane risponde che questa imposta esiste da 20 anni e niente è cambiato nella regolamentazione, anzi: per poter usare il calcio balilla ora basta un’autocertificazione.
“Siamo alla pura follia” dichiara allarmato Antonio Capacchione presidente di Sib, sindacato italiano balneari aderente a Fipe/Confcommercio che riunisce 10mila stabilimenti balneari. “Tutti sono tenuti a denunciare all’agenzia delle Dogane calcio-balilla, ping pong e flipper, anche se gratuiti e si deve attendere l’autorizzazione permetterlo in esercizio. In attesa, per ogni biliardino la sanzione è di 4mila euro: le multe sono già partite”.
Così è partito il tam tam sui social e sulle spiagge italiane, con i titolari degli stabilimenti pronti a togliere il gioco da spiaggia preferito da adulti e bambini, pur di non incappare in una sanzione. Questa norma, aggiunge Sib, tocca “anche gli oratori e le associazioni no profit, dove il biliardino è spesso messo a disposizione gratuitamente”.
Il direttore generale dell’Agenzia, Marcello Minenna, chiarisce che questa “imposta per chi mette i biliardini nei propri esercizi versa da quasi 20 anni, un fisso, una decina di euro al mese” era già in essere e che “non è stato dato mandato agli uffici ispettivi di effettuare verifiche perché siamo in un periodo transitorio”.
Il punto dello scontro è su una nuova norma che cambierebbe le condizioni per chi ha giochi che non danno premi in denaro. “L’agenzia – spiega Minenna – ha semplificato un obbligo di legge del 2012 in una semplicissima autocertificazione”, si tratta della “disciplina del 2012, che purtroppo a seguito del lock down è entrata in vigore, una norma che era dormiente è diventata operativa” e “se l’oratorio fa l’oratorio, il gioco viene dato a titolo gratuito, è una applicazione che non c’è, è chiaro che se siamo in contesti in cui c’è un esercizio al pubblico, si entra dentro un’altra attività prevalente”. Questi giochi “devono rispettare delle regole tecniche” che sono sul sito dell’Agenzia, quindi “perché uno non fa un’autocertificazione che rispetta quelle regole tecniche? Delle due l’una: o si è dimenticato, e abbiamo rivisto la riapertura dei termini, o quel biliardino non rispetta le caratteristiche tecniche e qualcuno si potrebbe fare male”.
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