Il giorno 8 luglio, nella Sala Colafemmina, si è tenuta la presentazione del volume: “Acquaviva delle Fonti. Archeologia e Territorio” di Silvio Fioriello e a seguire l’inaugurazione della mostra Archeologia in Cantiere a cura della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio. Sono intervenuti Davide Carlucci, Sindaco di Acquaviva, Antonio Piangiolino, Assessore dei Beni Culturali del Comune di Acquaviva, Paola Palmentola, Ricercatrice del Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica presso l’Università Aldo Moro di Bari, Marco Bruno, Presidente dell’Archeoclub d’Italia, Silvio Fioriello, Professore del Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica presso l’Università Aldo Moro di Bari.
“Questo è il secondo momento che abbiamo previsto per l’Intitolazione del Museo Archeologico ad Austacio Busto, – Davide Carlucci -, l’iniziativa di oggi è sul libro “Acquaviva delle Fonti. Archeologia e Territorio”, uno studio complessivo sulla nostra città, un punto di partenza per future ricerche, la figura di Austacio è evidenziata nella prefazione dal Prof. Fioriello, era un archeologo capace di dare di più nel mondo, è un rammarico che non sia successo, era molto presente e attento a tutto ciò che riguardava l’archeologia, l’idea di omaggiarli il Museo è stata immediata, il bando è stato realizzato durante la Prima Amministrazione e inaugurato nella Seconda, era un atto dovuto, lui voleva che questo luogo fosse di ricerca, dove i giovani si avvicinavano all’archeologia dove potevano trovare libri, stampante 3D, tra l’altro è un momento particolare, proprio in questi giorni, stanno immergendo delle strutture murarie vicino al palazzo collegato agli scavi condotti nel 2000-2001 in Piazza dei Martiri, il nostro compito è di raccogliere l’eredità che ci ha lasciato Austacio e credere nell’archeologia come prospettiva per il futuro da far conoscere meglio per il nostro territorio”.
“Ho conosciuto Austacio negli ultimi cinque anni, – Antonio Piangolino -, mi ha mostrato con la sua vita che era continuamente dedicato alle cose, non teneva nulla per sé, ha sostenuto i giovani che lui ha frequentato prima dell’impegno politico nello svolgere la sua professione, ha lasciato tanti rapporti e credo che ciò che stiamo realizzando, sono dei semi che lui ha fatto germogliare durante la sua vita, ringrazio il Prof. Fioriello, spero sia un punto di inizio”.
“Austacio ha creduto molto nel volontariato, trasmettere la conoscenza, le tradizioni di Acquaviva, lui è stato il fondatore e presidente dell’Archeoclub di Acquaviva, – Marco Bruno -, per questo abbiamo fatto richiesta per l’Intitolazione del Museo Archeologico pienamente in sintonia con l’amministrazione, con lo scopo di sentirlo sempre al nostro fianco, nonostante il suo impegno politico ci ha sempre supportato e sostenuto, abbiamo fatto un’esperienza bellissima con l’Università, con il Prof. Fioriello con i suoi studenti, un lavoro fatto con la raccolta di materiale di individuazione di siti nel territorio di Acquaviva ben descritto a 360 gradi, per noi dell’Archeoclub è una giornata speciale”.
“Ringrazio il Sindaco e il Comune per averci ospitato, un grazie al Prof. Fioriello, – Paola Palmentola -, è stata una lettura approfondita, questo libro rappresenta un punto di arrivo da far partire con nuove ricerche e attività. Questo libro si inserisce in un processo virtuoso ed eccellente, iniziato da uno sviluppo che affonda le radici cominciate da Austacio che ho avuto il piacere di condividere il percorso di studio universitario, si è partiti dalla ricerca sul campo, dallo stage, un lungo processo che ha dato parola alla divulgazione e conoscenza che si è voluta trasmettere nell’ambito degli studiosi, è fondamentale che il cittadino abbia profonda conoscenza del paesaggio, cosicché ne possa comprendere il valore. All’interno del libro, un fattore che mi ha colpito è che si è usato un metodo trasparente, molte volte si leggono i risultati senza comprendere il processo, leggendo con attenzione il testo, mi sono stupita della quantità di documentazione che ha questo territorio, vi sono schede diagnostiche, con 47 schede di rito, 47 luoghi che restituiscono testimonianza di frequentazione, Silvio ne ha presi 41, i rimanenti appartengono al periodo antico, siti della preistoria, rinvenimenti dell’età del Bronzo e del Ferro. Non solo il territorio Salentino ha riportato riconoscimenti, ma vi è anche Malano, un insediamento più piccolo, nel Salento sono rinvenute resti di case, tombe sparse, in Puglia i resti relativi al sacro sono rarissimi, abbiamo qualcosa nella Madonna delle Grazie a Rutigliano, ma sono tutte tracce, questo libro rappresenta tutto il percorso, che è stato fatto e ne fa un racconto partendo già dagli anni 70”.
“Vorrei perfezionare questo momento, tornando a ringraziare Austacio, – Silvio Fioriello -, l’erudizione sedentaria non era il suo forte, lo conosco dal 1993, da quel momento ha sempre avuto la capacità chiamata generativa, questo libro è un po’ suo, è un tentativo di dare corso prima a Sante Zirioni e Austacio nel 1998 nel tentativo di trasferire il senso dell’archeologia, più che studiare le cose antiche, studia l’origine, le genealogie, le idee, studiare l’origine significa recuperare il senso originale delle cose, si deve ritornare alla partenza, al problema storico originario per cercare di ripercorrere quella strada, il libro nasce dall’esperienza locale che coinvolge il Sindaco, l’Archeoclub, abbiamo tentato di drenare quelle risorse che tranne Austacio aveva capito l’originalità, abbiamo cercato di leggere tutte le fonti, tutte le disponibilità, si sapeva poco perché Acquaviva era schiacciata dal monolite di Bari e dal Monte Sannace, abbiamo cercato di costruire questa serie di paesaggi che hanno creato questa difficoltà. Abbiamo determinato il tentativo di costruire percorsi che ci hanno portato a trovare realtà identificative con i giovani, attraverso l’Alternanza Scuola Lavoro ora chiamata PCTO, attraverso disegni e reperti, abbiamo tentato di ripercorrere la storia con foto significative. Abbiamo fatto eventi e collaborazioni, mostre didattiche 2017-2019 fino all’Inaugurazione del Museo, lo scopo era abbattere muri e costruire ponti”.
ANTONIO SABINI