Quello del nuovo waterfront di Trapani è un progetto frutto del lavoro corale del raggruppamento temporaneo di progettisti costituito da Technital Spa, Valle 3.0 srl, Peluffo &partners srl, arch. Marco Antonini, con la collaborazione dell’architetto trapanese Vito Corte e della professoressa architetto Carmen Andriani. “Oggi – spiegano – è arrivato il momento di proseguire le grandi trasformazioni avviate solo qualche anno fa e finalmente sarà realizzato un insieme di opere che la città aspetta da decenni. Interpretando il Concorso, ci siamo concentrati sul traffico croceristico; sulle attività produttive; sulle attività diportistiche; sull’incremento e sulla razionalizzazione delle attività di commercio del pesce al dettaglio e attrezzature a servizio; sulle attività per il tempo libero connesse con il mare, lo svago, la ristorazione e l’intrattenimento; sulla viabilità pubblica e privata e realizzazione di percorsi ciclopedonali; sulla valorizzazione dell’isolotto della Colombaia come Parco urbano e sulla predisposizione degli accessi al monumento antico”.
Il progetto è costruito su quattro ambiti, ovvero il nuovo terminal passeggeri, il mercato e la nautica da diporto, la darsena pescherecci e piazza urbana e il parco del waterfront, per ralizzare – spiegano i progettisti – una interfaccia urbano-portuale, né città né porto, ma con i caratteri di entrambi. L’ambito 1 è destinato ad accogliere il nuovo scalo passeggeri del porto di Trapani, l’edificio del nuovo Terminal e la sistemazione del viale Regina Elena-Passeggiata alla Marina. Qui è previsto l’ampliamento del molo a “T” in grado di accogliere il nuovo Terminal, i parcheggi e le aree di servizio, con la definizione di una nuova viabilità di accesso.
Nell’Ambito 2 converge l’identità storica e potenziale della città e del suo porto. Un sistema di volte in calcestruzzo, come canne di organo in sequenza copre questo spazio. Al di sotto di esso si sviluppa tutto lo spazio per il mercato vero e proprio, mentre sono mantenute le volumetrie preesistenti. L’idea è di inventare uno “spazio intermedio”, ovvero trasformare la copertura degli edifici esistenti in terrazzo aperto/coperto pubblico, con dehor e bar, caratterizzato da una straordinaria vista sul golfo e da un “cielo” ceramico colorato delle volte a botte. Al piano terra, lo spazio pubblico attraversabile, che unisce le attività del mercato a quelle commerciali e di servizio, oltre a quelle di lavoro relativo al rimessaggio.
L’Ambito 3 è costituito dall’area che va dalla piazza ex Scalo d’Alaggio (piazza Vittime motonave Maria Stella) all’area antistante il Lazzaretto, e punta a mettere ordine a una molteplicità di usi, di consuetudini e di funzioni che attualmente non sono regolamentati e che alimentano una complessiva condizione di marginalità e di precarietà. Questo ambito è dedicato ai parcheggi, assieme alla riqualificazione degli spazi esistenti da destinare alle attività della pesca e ad attività legate ai turisti e ai residenti.
L’Ambito 4 è formato dal Lazzaretto, dal Parco del waterfront e dal ponte di collegamento che consente la continuità della passeggiata ciclopedonale tra la lingua di terra del villino Nasi e l’isola della Colombaia. Il “Parco del waterfront” – si sottolinea – rappresenta un’occasione per Trapani di ritornare città-arcipelago, riappropriandosi della propria originaria morfologia. Questa volontà progettuale si attua paesaggisticamente attraverso “il distacco” del Lazzaretto dalla terraferma, e il ritorno alla sua natura di Isola di S. Antonio. Una serie di azioni di scavo permetterà alle acque di ridisegnare i confini tra terra e mare, ripristinando quelle condizioni così fortemente compromesse dai “colmamenti”, susseguitisi a partire dalla fine del XIX sec. (Adnkronos)