Le imprese italiane dell’industria della carta sono pronte ad affrontare un eventuale razionamento delle forniture di gas il prossimo inverno. Ma chiedono chiarezza e dettagli sul piano del governo per far fronte a eventuali carenze nell’approvvigionamento di gas, in modo da programmare la propria attività. Ma nell’immediato l’appello del settore è per l’introduzione di un tetto al prezzo a livello europeo e, viste le nuove condizioni proibitive chieste dai fornitori, l’introduzione di una garanzia statale sui contratti di fornitura del gas. “Il razionamento o l’ottimizzazione del consumo di gas non spaventa le imprese del nostro settore”, dice all’Adnkronos Massimo Medugno, direttore generale di Assocarta.
L’industria energivora della carta, con una filiera che vale 25 miliardi di euro, “è abituata a lavorare con lo strumento dell’interrompibilità delle forniture di gas, che viene utilizzato quando ci sono dei picchi di freddo”, ma chiede chiarezza sul piano del governo su eventuali razionamenti. Per le imprese del settore, sottolinea Medugno, conoscere nei dettagli i programmi per affrontare eventuali razionamenti “sarebbe molto positivo. Le industrie potrebbero in qualche modo organizzare la propria attività, magari di fronte a meccanismi di volontarietà e di ottimizzazione”.
Ma, in attesa di un problema che potrebbe emergere il prossimo inverno, ci sono temi più urgenti per il settore della carta. Il lavoro del governo Draghi fra diversificazione, nuovi contratti e riempimento degli stoccaggi, “è stato ottimo”, ma, avverte il direttore generale di Assocarta, “quello che manca in questo momento sono i flussi di gas verso le aziende. Le aziende fornitrici non propongono alle imprese contratti
di fornitura di gas, evidentemente ci sono delle incertezze”.
E il tempo restante non è molto. A ottobre inizia l’anno termico, il momento da cui decorrono i nuovi contratti annuali di fornitura di energia per le imprese. In queste settimane, però, i gruppi del gas non propongono alle aziende i contratti di fornitura e, se lo fanno, li offrono a “condizioni difficili, con un anticipo dei pagamenti di un mese, una garanzia sui consumi o una fee aumentata di 30 volte”, spiega Medugno. “Per superare i rischi l’unica cosa che si può fare, a parte insistere per il price cap europeo, sono garanzie statali”.
Per il direttore generale di Assocarta, “così come lo Stato garantisce con la Sace l’export, in qualche modo potrebbe garantire tramite Gse, Snam o altri soggetti attivi nel settore del gas i fornitori. Si tratterebbe di dare una garanzia pubblica per i fornitori nella conclusione dei contratti”.
Il momento, conclude Medugno, è “delicato”, le imprese cartarie pagano il gas circa venti volte di più rispetto al giugno dello scorso anno. Il costo dell’energia che per il settore della carta rappresentava il 30% dei costi generali “ora si sta avvicinando al 50%” e le aziende “non riusciranno a trasferire i costi sui clienti”. Ma, avverte, “se blocchiamo l’industria cartaria, si fermeranno le filiere e scatterà la cassa integrazione per molti settori”. (Adnkronos)