“ll governo non ha mai aumentato le tasse – con la sola eccezione delle tasse sugli extraprofitti delle imprese del settore energetico. Queste aziende, come dicevo ora per i produttori di rinnovabili e per altri comparti, hanno registrato utili senza precedenti solo a causa dell’aumento dei prezzi dei combustibili fossili – un aumento che, allo stesso tempo, penalizza la maggioranza di cittadini e le imprese. È stato giusto chiedere alle imprese del settore energetico di contribuire di più – ed è essenziale che lo facciano, invece di rimandare o addirittura evitare di pagare quanto gli viene chiesto”. Lo ha detto il premier Mario Draghi nel suo intervento al Meeting di Rimini.
“Per le altre aziende e per i cittadini, il governo ha iniziato un percorso di riduzione delle tasse, per quanto compatibile con l’equilibrio di bilancio e con il tempo che ci è stato dato. Mi riferisco all’abbattimento dell’IVA sulle bollette, alla revisione dell’IRPEF, alla riduzione del cuneo fiscale. L’obiettivo è stato quello di iniziare a rendere il fisco più leggero, e allo stesso tempo più equo. Eliminare ingiustizie e opacità non vuol dire aumentare le tasse. Questo è lo scopo della riforma del catasto: aumentare la trasparenza sui valori delle abitazioni, far emergere le cosiddette “case fantasma”, su cui i proprietari non pagano nulla o meno di quanto dovuto. Abbiamo avviato la riforma della riscossione e ci siamo impegnati perché non ci fossero nuovi condoni prima del suo completamento”.
“L’evasione fiscale -ha sottolineato- non deve essere né tollerata né incoraggiata. Quest’agenda di politica economica ha avuto chiaramente un impatto positivo sulla crescita. Il prodotto interno lordo è aumentato del 6,6% lo scorso anno e la crescita acquisita per quest’anno è già del 3,4%. Siamo tornati ai livelli di PIL che registravamo prima della pandemia in anticipo rispetto alle stime della Commissione Europea. Secondo il Fondo Monetario Internazionale cresceremo più di Francia, Germania e della zona euro nel suo complesso. Anche il tasso di occupazione è cresciuto e ha toccato i livelli più alti dal 1977, che è l’inizio delle serie storiche”.
“A giugno di quest’anno -ha ricordato- c’erano 900mila occupati in più rispetto a febbraio del 2021 di cui quasi il 40% con contratti a tempo indeterminato. Il mercato del lavoro italiano continua però a essere caratterizzato da stipendi bassi e precarietà diffusa, soprattutto tra i giovani. La pandemia e il ritorno dell’inflazione hanno colpito in modo particolarmente severo i più deboli. Tuttavia, l’aumento dei posti di lavoro, il taglio delle tasse per le famiglie, le corpose misure di sostegno hanno permesso di frenare l’aumento delle diseguaglianze. Il governo si è mosso in modo particolare per sostenere le famiglie. Con la riforma dell’IRPEF e l’assegno unico per i figli abbiamo stanziato a regime quasi 14 miliardi in più per le famiglie, riorganizzato e semplificato i benefici fiscali”.
“Abbiamo aumentato la durata del congedo parentale, esteso il diritto all’indennità di maternità a nuove categorie di lavoratrici, riformato l’assistenza ai non autosufficienti. Abbiamo consentito a decine di migliaia di giovani con meno di 36 anni di acquistare una casa con tasse ridotte e mutui garantiti dallo stato. Nella seconda metà dello scorso anno, le richieste di mutuo degli under-36 sono cresciute del 54% rispetto a un anno prima. Questa -ha evidenziato Draghi- è stata la nostra agenda sociale: crescita, occupazione, dare agli anziani dignità nella vecchiaia, ai giovani fiducia e mezzi per raggiungere i propri obiettivi”. (Adnkronos)