“Nella ricorrenza della Festa Nazionale, desidero rinnovare, in quest’ora così drammatica, a lei e a tutti i suoi concittadini l’espressione più convinta di solidarietà, vicinanza e sostegno della Repubblica Italiana all’Ucraina, impegnata a fronteggiare la brutale e ingiustificata aggressione operata da parte della Federazione Russa, contro la quale legittimamente resiste”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky.
“L’Italia sostiene fermamente l’integrità territoriale, la sovranità, l’indipendenza e la libertà del suo Paese, e ribadisce il suo impegno ad assistere il popolo ucraino anche sotto il profilo umanitario e della ricostruzione” scrive Mattarella.
“Va affermata ancora una volta la necessità di una immediata cessazione delle ostilità per l’avvio di un processo negoziale in vista di una soluzione pacifica, giusta, equa e sostenibile per l’Ucraina. Auspico che le già intense relazioni tra Kiev e Roma possano trovare ulteriore slancio in tutti i settori di mutuo interesse, grazie anche al contributo di una comunità ucraina in Italia integrata e attiva” afferma il capo dello Stato.
“Il cammino dell’Ucraina verso la piena integrazione nella famiglia europea rappresenta il rafforzamento di una cornice di fondamentale rilevanza. L’Italia continuerà a contribuire a tale processo, sostenendo gli sforzi verso il raggiungimento di tale traguardo. Con sentimenti di sincera amicizia, rinnovo fervidi auguri di pace, sicurezza e benessere per la sua persona e per tutto il popolo ucraino” conclude il presidente della Repubblica.
Ucraina, nuovo appello del Papa: “La guerra è una pazzia, fermatevi”
“Rinnovo l’invito a porre fine alla guerra. Che si intraprendano passi concreti per mettere fine alla guerra e scongiurare il rischio di un disastro nucleare a Zaporizhzhia. E penso ai prigionieri soprattutto quelli che si trovano in condizioni fragili, e chiedo alle autorità responsabili di adoperarsi per la loro liberazione”. Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’Udienza generale in Aula Paolo VI affrontando ancora il tema della guerra.
“Oggi pensiamo in modo speciale perché sono sei mesi dall’inizio della guerra in Ucraina – ha evidenziato il Pontefice – Ucraina e Russia , entrambe i paesi ho consacrato all’immacolato Cuore di Maria che lei Madre che vede tutto, veda l’Ucraina, veda la Russia e ci porti la pace abbiamo bisogno di pace”.
“Penso ai bambini, tanti morti, poi tanti rifugiati, qui ce ne sono tanti. – prosegue Papa Francesco – Tanti feriti. Tanti bambini ucraini e russi sono diventati orfani, hanno perso il papà o la mamma siano russi, siano ucraini. Penso a tanta crudeltà, a tanti innocenti che stanno pagando la pazzia, la pazzia, la pazzia di tutte le parti, perché la guerra è una pazzia. E nessuno in guerra non può dire ‘io no, non sono pazzo’. La pazzia della guerra”.
“Penso alla povera ragazza volata in aria per una bomba sotto il sedile della macchina a Mosca, – continua Papa Francesco facendo riferimento alla morte di Darya Dugina in un attentato a Mosca – gli innocenti pagano la guerra, gli innocenti! Pensiamo a questa realtà e diciamoci l’un l’altro la guerra è una pazzia. E coloro che guadagnano con la guerra, con il commercio delle armi, sono dei delinquenti che ammazzano l’umanità”.
“E pensiamo ad altri Paesi che sono in guerra da tempo, la Siria o lo Yemen dove tanti bambini patiscono la fame, e pensiamo ai Rohingya, ingiustamente cacciati dalla loro terra. Abbiamo bisogno di pace”, ha concluso Papa Francesco.
“Combatteremo fino alla fine”. Lo ha scandito il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un videomessaggio diffuso in occasione della Festa dell’Indipendenza dell’Ucraina. “Ogni giorno c’è un nuovo motivo per non arrendersi. Qual è per noi la fine della guerra? Si diceva: la pace. Ora diciamo: la vittoria”, ha affermato Zelensky, sottolineando che “alzeremo le mani solo una volta, quando celebreremo la nostra vittoria”.
Il leader ucraino ha quindi sottolineato che l’obiettivo è ripristinare il controllo su tutte le 25 regioni del Paese “senza concessioni o compromessi” perché “non commerciamo le nostre terre e la nostra gente”.
“Il Donbass è Ucraina. E vi faremo ritorno, qualunque sia il percorso. La Crimea è Ucraina. E vi faremo ritorno. Qualunque sia il percorso. Non volete che i vostri soldati muoiano? Liberate le nostre terre. Non volete che le vostri madri piangano? Liberate le nostre terre. Queste sono le nostre condizioni semplici e chiare”.
Sanzioni Russia, Salvini: “Fatte male, vanno ripensate”
“Le sanzioni alla Russia evidentemente sono state fatte male. Le sanzioni avrebbero dovuto mettere in ginocchio la Russia. Dopo 6 mesi è accaduto l’esatto contrario. Penso sia normale quindi ripensarle. Se noi stiamo avvantaggiando chi dovremmo sanzionare, non funziona e quindi a Bruxelles dovrebbero pensarci”. Così Matteo Salvini a Radio 24 è tornato sulle sanzioni alla Russia dopo le dichiarazioni di ieri prima del suo intervento al Meeting di Rimini.
“Ci si muove a livello europeo e internazionale, non c’è l’Italia che fa per conto suo” ma “sicuramente va posto al tavolo europeo il fatto che quello che è stato fatto fino a oggi non è servito” ha detto il leader della Lega chiedendo che il governo Draghi ponga la questione.
Salvini è tornato anche sulla legge 194. “Non toccheremo la legge 194, l’ultima parola spetta alla donna, non allo Stato” ma va data “la possibilità alla donna in difficoltà di fare la scelta”, soprattutto per “chi si trova in difficoltà economiche” ha ribadito Salvini, aggiungendo che “la legge più avanzata per la famiglia è quella dell’Ungheria: là ci sono tantissimi aiuti, congedi parentali estesi anche ai nonni, tra i più avanzati d’Europa”. (Adnkronos)