Settimana corta, con sabato in dad eventualmente, a scuola per risparmiare energia? La proposta, oltre all’abbassamento del termostato in classe, con i prezzi di luce e gas che continuano ad aumentare fa discutere. “La scuola non si tocca”, dice Alessandro Rapezzi, segretario nazionale della Flc Cgil, che non usa mezzi termini per bocciare questa idea definendola “una follia”. “In tempi di crisi – afferma con forza – non si taglia il pane”.
“Stiamo affrontando il terzo anno scolastico con i problemi della pandemia – sottolinea Rapezzi all’Adnkronos – e dobbiamo affrontare i problemi secondari dell’epidemia cioè tutto quello che la dad ha prodotto in termini di isolamento e mancata socializzazione. Tutti, a parole, sono concordi e dicono che c’è bisogno di più scuola – evidenzia – anche il governo nelle ultime linee guida ribadisce che la scuola è solo in presenza e che solo in una situazione di emergenza si potrà contemplare il ricorso alla Dad e qualcuno, in maniera non richiesta – sottolinea – evoca la dad per affrontare il tema del risparmio energetico. E’ una follia”. “Si facciano altre proposte – ribadisce – si intervenga sulla speculazione sul costo, che si usino gli extraprofitti per tenere aperta la scuola. Se è una priorità lo deve essere sempre, non si può procedere ‘a targhe alterne’. Questa proposta è di una gravità assoluta. Si usino i fondi del Pnrr per adeguare gli edifici, per l’efficientamento energetico, contro gli sprechi”. Giù le mani dalla scuola – conclude – diciamo di investire sulla scuola e si continua a tagliare”.
“La dad non può essere uno strumento di risparmio energetico”. Ne è convinto il coordinatore nazionale della Gilda, Rino di Meglio secondo cui “Il danno mi sembra enormemente superiore” all’ipotetico vantaggio. “Sicuramente – sottolinea all’Adnkronos – bisognerà risparmiare in tutti gli edifici pubblici, a partire dagli sprechi. La galassia dei 40.000 edifici scolastici è molto variegata quindi non esistono soluzioni valide per tutti”.
Non possono essere, ancora una volta, i ragazzi a pagare i costi di una crisi afferma la presidente nazionale del Coordinamento Genitori Democratici, Angela Nava, che annuncia “una forte opposizione da parte dei genitori a qualsiasi ipotesi di tagli alla scuola”. Viste le affermazioni sull’importanza della scuola in presenza e della sua rilevanza strategica per il Paese, “davamo per scontato che almeno gli ospedali e le scuole dovessero essere terreno vergine su cui era inimmaginabile fare tagli, riproporre la dad il sabato per tutti i nostri studenti, non accompagnata da investimenti sull’innovazione tecnologica e didattica è una proposta da rimandare al mittente”.
“I nostri ragazzi – ribadisce Nava – non possono pagare in nome di una settimana corta i prezzi di un tempo scuola e di apprendimento ridotti dopo due anni di ‘esperimenti’ sulla pelle dei minori. Giù le mani dalla scuola, sono altri i settori su cui tagliare. I genitori – avverte – faranno sentire forte la loro voce oppositiva a qualsiasi manovra di tagli sulla scuola italiana”.
Conte
“Lo chiariamo subito: il Movimento 5 Stelle non è affatto favorevole alle proposte che iniziano a circolare che prevedono riduzioni di orario e ritorno alla Dad nelle scuole per risparmiare energia. Altro discorso è valutare con i dirigenti scolastici la possibilità di una redistribuzione dell’orario scolastico che, in un quadro integrato col sistema dei trasporti, possa generare economie di sistema. I nostri ragazzi hanno già dato”, ha scritto ieri su Facebook il leader del M5S Giuseppe Conte. “È una generazione che ha già sofferto di un’offerta formativa compromessa e di occasioni di socialità mancate – prosegue l’ex premier -. Non si facciano pagare alla scuola le conseguenze della crisi energetica. Negli ultimi due anni la scuola ha subito troppo: questo deve essere l’anno della piena normalità, della ripartenza e del rilancio”. (Adnkronos)