Ci sono citazioni che resistono nel tempo. Anche quando vengono utilizzate per capovolgere il significato originale. Silvio Berlusconi quando parla di tasse difficilmente fa sconti. Questa volta, nella sua pillola elettorale, riporta in primo piano la celebre frase di Tommaso Padoa-Schioppa, ministro dell’economia del governo Prodi: “le tasse sono una cosa bellissima”. Lo fa senza citarlo esplicitamente, utilizzando parole significative, furto e rapina, per descrivere un prelievo fiscale eccessivo.
Il messaggio è diretto. “Siamo ancora qui per parlare di tasse. Se lo Stato ti chiede un quarto di ciò che con tanti sacrifici hai guadagnato, senti che questo è giusto. Se ti chiede il 50%, senti che è un furto. Se ti chiede addirittura il 60%, senti che è una rapina. E questo succede a tanti lavoratori autonomi, ai professionisti, alle piccole imprese. Se sei d’accordo, se anche tu pensi che le tasse non siano belle come dice la sinistra, ma siano un male necessario per far funzionare lo Stato, ma un male da ridurre il più possibile, allora il 25 settembre devi andare a votare e devi votare assolutamente per noi, per Forza Italia”.
Quando fa riferimento alla posizione della sinistra, Berlusconi parla della celebre frase di Padoa-Schioppa. “Le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili quali istruzione, sicurezza, ambiente e salute”. Era il 7 ottobre 2007, quasi quindici anni fa esatti, e si discuteva di tasse nello studio di “In mezz’ora” di Lucia Annunziata sui Rai 3.
Quella frase, tanto infelice sul piano della comunicazione quanto fedele a un modo progressista di leggere i legami sociali, rimase ‘appiccicata’ all’immagine di Padoa-Schioppa. Per quella frase, l’ex ministro è stato contestato e deriso e per quella frase viene citato ancora oggi. Ma, passando da un estremo all’altro, se le tasse possono non essere bellissime, soprattutto se sono troppo alte, uno Stato senza tasse non può funzionare. (di Fabio Insenga) (Adnkronos)