Fabrizio Corona a processo: “Polizia si occupi di criminali”

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“E’ un processo già vinto, sono pazzi, ci sono le immagini. E’ oggettivo che sono innocente”. Fabrizio Corona non risparmia ‘attacchi’ alla polizia fuori e dentro l’aula del tribunale di Milano dove è a processo per danneggiamento, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale e per un tentativo di evasione. I fatti risalgono all’11 marzo 2021 quando il tribunale di Sorveglianza aveva deciso il suo rientro in carcere – revocando i domiciliari dopo più violazioni alle prescrizioni – e lui aveva protestato – tutto documentato sui social – ferendosi alle braccia, urlando contro gli agenti e spaccando un vetro dell’ambulanza con cui venne trasportato all’ospedale Niguarda. L’accusa di tentata evasione è legata al fatto di aver provato, quando era ricoverato, a uscire da una finestra della struttura ospedaliera.

Corona che ha rifiutato categoricamente di risarcire le parti civili, due degli agenti intervenuti per portarlo via, sottolinea come di fronte a un “errore giudiziario” la sua reazione “da detenuto per motivi psichiatrici” sia stata quella di “tagliarsi le vene” e di aver perso la testa alla vista di divise già note. “La polizia che è venuta non era quella che era stata chiamata dall’ambulanza, ma la solita polizia che mi aveva già arrestato nel 2018: siamo a Milano e quindi vogliono rompere i coglioni a Corona, ci sono tanti criminali andassero a prendere gli altri”.

E che sarà un processo facile ne è convinto anche il difensore Ivano Chiesa. “Quel provvedimento clamorosamente sbagliato, poi revocato dal tribunale di Sorveglianza, ha un peso. Ci sono i video di quello che è accaduto, per l’accusa è un bel problema: è stato filmato tutto, succede qualcosa per cui perde la trebisonda. Per fare un ordine di esecuzione uno schieramento del genere non lo avevo visto mai…lo Stato ha mostrato i muscoli” spiega l’avvocato che ha ottenuto dal giudice Cristina Dani di mostrare i filmati in aula e di ascoltare una decina di testimoni ma non di avere le telecamere in aula perché “la vicenda al di là della notorietà dell’imputato non è di interesse pubblico”. Il giudice si è riservata sulla necessità di una perizia medica sulle condizioni di salute dell’imputato.

Il difensore Chiesa è pronto a dimostrare che le accuse sono “assolutamente infondate e cervellotiche” in particolare per la tentata evasione dal reparto dell’ospedale Niguarda. “C’è un filmato fatto da fuori: si vede chiaramente la stanza, cosa ha fatto Fabrizio, gli operanti e l’altezza. Puoi evadere se sei l’Uomo Ragno. Non voleva scappare forse voleva fare qualcosa di diverso”. Parole meglio spiegate dall’imputato fuori dall’aula: “Sono a 30 metri e non ci sono balconi, come evado? Muoio, magari era un tentato suicidio?”.

A far capire cosa è successo davvero quel giorno, oltre ai video, ci saranno i testimoni dell’accusa e quelli dei poliziotti che si sono costituiti parte civile. Documentazione del tribunale di Sorveglianza, certificati medici e relazioni di polizia, oltre a diversi testimoni alcuni presenti a casa di Corona già prima dell’arrivo dell’ambulanza e della polizia. E lo stesso imputato non si sottrarrà all’esame – già oggi ha preso la parola in aula – nella prossima udienza in programma il 15 dicembre prossimo. Prima di lasciare il tribunale, Corona – ora in affidamento in prova – ha trovato il tempo anche per scattare qualche selfie con dei fans.

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