Arresti militari a Mosca segnale di sfaldatura

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(Adnkronos) – “Se la notizia dovesse essere confermata sarebbe un segnale molto importante di una possibile sfaldatura, se non frattura, all’interno della macchina militare russa”. Lo afferma all’Adnkronos il generale Riccardo Marchiò, ex comandante dell’Allied Joint Force Command Brunssum, in merito alla notizia secondo la quale per l’intelligence di Kiev numerosi arresti di militari sono in corso a Mosca. “Certo bisognerebbe capire a che livello siano gli arresti – prosegue Marchiò – comunque questo dimostrebbe che ci sono delle fratture, cosa comprensibile perché da quando è iniziata la guerra Putin ha ‘licenziato’ e cambiato un gran numero di ufficiali. Anche recentemente ha sostituito altri ufficiali e immagino questo non giovi al morale del comparto militare russo”.

“Notizia che inoltre arriva in un momento in cui la situazione non è favorevole alle forze russe e questo potrebbe aggravare lo stato di malessere tanto da portare a defezioni o anche a delle proteste, manifestazioni di dissenso sempre più forti. Chiaramente – aggiunge – servirebbero ulteriori chiarimenti, elementi che possano far capire meglio la reale situazione in atto”.

“Vorrei aggiungere che mi preoccupa anche quanto accaduto al ponte, perché al di là del danno materiale, quella struttura è un simbolo, costruito 4 anni dopo la conquista da parte di Putin della Crimea. Il colpo al ponte non gioca a favore del regime di Putin e a mio parere aumenta anche il rischio: è un ulteriore colpo all’amor proprio si Putin, ora è un momento di grande disagio, non sappiamo quanto la sua figura sia attualmente solida all’interno del paese e se non dovesse più sentirsi ‘vincitore’, dato che si immedesima nello zar, il rischio è che potrebbe prendere decisioni estreme e irrazionali”, conclude Marchiò.

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