Da una parte l’eterna dialettica fra post fascismo e anti fascismo, dall’altra l’affermazione di valori ultra cattolici e le prese di posizione internazionali, nello specifico contro le sanzioni alla Russia. In tutti e due i casi, il passato va superato nelle nuove vesti istituzionali. I fatti, ovvero i comportamenti e le scelte che verranno, diranno se quel passato è chiuso come sostiene chi crede in una maggioranza capace di guardare avanti oppure se, come si ritiene con sfumature diverse all’opposizione, quel passato non si può cancellare e viene semplicemente rimosso.
Fratelli d’Italia e Lega ottengono molto, la seconda e la terza carica dello Stato, e investono su due personalità diverse tra loro, per storia personale, età anagrafica, estrazione politica. Avranno, tutti e due, un ruolo istituzionale che andrebbe vissuto con imparzialità e capacità di rappresentare l’intero Parlamento italiano. Per farlo, dovranno fare i conti con il proprio passato. Entrando in una dimensione che possa mettere da parte le provocazioni e la conflittualità e mostrandosi capaci di andare e guardare oltre.
L’opposizione, che a quel passato guarda con preoccupazione, dovrà riconoscere l’interlocutore istituzionale e provare a misurare le persone e i comportamenti sui fatti e non solo rievocando le posizioni discutibili, le frasi infelici, i cimeli, le magliette compromettenti. Quelle restano, così come resta il diritto di contrapporsi a quelle scelte, a quei codici e a quel linguaggio, ma il presidente del Senato, e quello della Camera, diventano prima di qualsiasi altra connotazione personale, garanti del Parlamento e della democrazia. (di Fabio Insenga)