Conte si sta muovendo su due direttrici: lavorare sui territori -a breve partono i Gruppi territoriali e i Forum, a cui l’ex premier tiene tantissimo- e lavorare a livello europeo e internazionale. Da qui una ‘lettura’ delle interviste che sta rilasciando a molte testate straniere -El Pais la scorsa settimana e oggi a Der Spiegel, solo per citarne alcune- specie su temi pace e crisi energetica. Temi particolarmente sensibili in casa 5 Stelle, altrettanto per i possibili alleati ‘green’.
Dopo il tentativo fallito, alle scorse elezioni europee, dell’ex capo politico del M5S Luigi Di Maio di mettere in piedi un’alleanza “né di destra né di sinistra” con il partito croato anti-sfratti Zivi Zid, coi polacchi di Kukiz 15, i finlandesi di Liike Nyt e i greci di Akkel, i 5 Stelle a Bruxelles figurano nel gruppo dei ‘non iscritti’. Una grana non da poco considerando che le regole del Parlamento europee prevedono una forte limitazione politica per chi non ha un gruppo di riferimento: un esempio tra tutti, l’impossibilità di presentare gli emendamenti in plenaria. “Il problema è politico – spiega una fonte da Bruxelles – un ex premier, famoso in Europa soprattutto per la battaglia del Next Generation Eu, non può certo avere il suo partito nei non iscritti, irrilevante dal punto di vista politico. Un’anomalia a cui, se tutto filerà liscio, potrebbe essere messa la parola fine molto presto…”.