Elezioni Usa, sconforto dem: “Rimonta non dura”

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Poca fiducia tra i democratici in vista delle elezioni di midterm, in programma a novembre negli Stati Uniti. La scorsa estate, complice l’ondata di rabbia provocata dalla decisione della Corte Suprema di annullare il diritto costituzionale all’aborto e un certo calo del prezzo della benzina, sembrava che i democratici potessero riuscire ad evitare il disastro elettorale che da mesi veniva profetizzato per midterm. Ma ora, a poche settimane dal voto dell’8 novembre, sembra che il vento abbia girato ancora ed i sondaggi indicano di nuovo i repubblicani in crescita ed in vantaggio per le elezioni al Congresso.

Nei giorni scorsi un poll CbsNews/YouGov dava il Gop con due punti di vantaggio, e poi ieri è arrivato il sondaggio il New York Times/Siena College che allarga ulteriormente la forbice, repubblicani al 49% e democratici 45%. E cosa ancora più allarmante, il poll indica come le donne registrate come indipendenti sembrano aver digerito l’allarme e la preoccupazione per l’aborto, ed ora guardano ai repubblicani.

“Magari avessimo votato in agosto, penso che la rimonta sia arrivata troppo presto”, ha detto a Politico Matt Bennett, analista di Third Way, sottolineando quanto ora la situazione contingente non potrebbe essere più contraria al partito del presidente.

Dopo essere scesi per settimane, i prezzi di gas e benzina ora hanno ripreso la loro corsa, insieme all’inflazione. I repubblicani hanno fatto di questo il loro cavallo di battaglia elettorale, insieme all’aumento della criminalità. Tutto questo mentre in molti stati si è già iniziato a votare.

Anche un altro stratega dem di lungo corso, Mark Longabaugh, che ha lavorato per la campagna di Bernie Sanders nel 2016, è convinto che ci sia stato un errore di tempistica: “faccio questo lavoro da 30 anni, ed è sempre tra fine settembre ed inizio di ottobre quando i giochi cominciano veramente – ha detto – così in questo momento, non è possibile guardare a questi numeri e non dire che qualcosa si sta muovendo in favore dei repubblicani”.

I nuovi sondaggi stanno gettando i dem nello sconforto, anche perché fino a poche settimane fa il panorama era completamente diverso, dopo i risultati positivi ottenuti nelle elezioni speciali in Nebraska, Minnesota e New York. Dopo mesi di caduta verticale, il tasso di popolarità di Joe Biden, sempre in estate, aveva iniziato un certa risalita. E soprattutto la vittoria al referendum sull’aborto in uno stato fortemente repubblicano come il Kansas, che aveva fatto pensare che l’aborto potesse essere la carta vincente di questa, difficile, tornata elettorale.

Ma non è stato così: secondo il sondaggio del New York Times, solo per il 5% degli elettori l’aborto è una questione importante per il voto, mentre per il 44% è l’economia, e su questo i repubblicani sono in vantaggio sui dem con un ampio margine. “Credo che abbiamo avuto un paio di buone settimane e tutti si sono dati le pacche sulle spalle, dicendo che questo sarebbe stato sufficiente a superare due anni di disastro su tutto”, è la lucida autocritica di uno stratega dem. “Ma in realtà c’e’ nulla di buono: il meglio che possiamo sperare ora è un pareggio al Senato, ma la Camera è completamente persa”, poi sentenzia.

C’è anche chi, tra i sondaggisti dem, ricorda come i nuovi sondaggi riflettano quello che la politica e la storia – le elezioni di midterm sono tradizionalmente, salvo eccezioni, dolorose per il partito del presidente – indicavano e che quella di agosto è stata un’illusione estiva. “Le cose si sono messe in un corso tradizionale”, afferma Celinda Lake, che è stata consulente campagna di Biden nel 2020.

Anche le elezioni di midterm di Barack Obama, nel 2010 – quando i repubblicani presero il controllo della Camera – e del 2014 – quando conquistarono anche il Senato – furono disastrose per il partito. Con i democratici poi che hanno riconquistato la Camera nelle elezioni di midterm di Donald Trump. (Adnkronos)

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