“I nostri giovani migliori – dichiara – sono in grado di superare la contraddizione della nostra nazione: di essere da un lato frenata sia da una crisi strutturale, che esisteva già prima della pandemia e della guerra in Ucraina, sia da retaggi e privilegi del passato, dall’altro lato di possedere una ricchezza imprenditoriale e finanziaria privata straordinaria. Tuttavia – avverte – il business, come ricorda il titolo del simposio, deve essere basato sull’etica, a partire dai temi del social washing e del green washing. Infine, se riusciremo a dare un futuro ai nostri giovani, potremo anche riavvicinarli, oggi e quali cittadini consapevoli di domani, alla politica e al voto: alle ultime elezioni il 40% degli italiani non si è recato alle urne”.
“La fondazione Centesimus Annus Pro Pontefice – ricorda – è stata costituita nel 1993 motu proprio da Giovanni Paolo II, con lo scopo di applicare, proprio attraverso azioni concrete i principi della dottrina sociale della Chiesa, coinvolgendo il mondo dell’impresa, della finanza, dell’università, delle professioni e del terzo settore”.