Ucraina, droni ‘made in Iran’ sono un problema

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I rottami dei droni ‘made in Iran’ usati dalla Russia contro obiettivi civili in Ucraina, gli Shahed-136 che le forze di Kiev hanno soprannominato i “tagliaerba” per il rumore che fanno quando si avvicinano al bersaglio, vengono studiati con attenzione dagli specialisti americani, ma anche estoni, per acquisire informazioni preziose per meglio individuarli e contrastarli prima che colpiscano gli obiettivi, rende noto il Washington Post, denunciando tuttavia che al momento “costituiscono un problema significativo”.

Gli analisti di difesa interpellati infatti precisano che i sistemi di difesa in grado di colpirli sono costosi, progettati per minacce più impegnative, come aerei ed elicotteri, e la loro produzione richiede mesi o anni. La strada politica è stata avviata all’Onu, dove è in discussione in queste ore la possibilità che l’invio di queste armi alla Russia, da parte dell’Iran, violi le risoluzioni approvate dopo l’accordo sul nucleare, vale a dire la proibizione di esportare sistemi d’arma con gittata superiore ai 300 chilometri .

I droni iraniani vengono fatti decollare da tre basi militari russe in Crimea e da una quarta postazione in Bielorussia, siti troppo lontani per poter essere colpiti dai lanciarazzi a lunga gittata di provenienza americana. Di fatto, non esiste al momento un sistema unico per contrastarli, emerge. Consiglieri militari iraniani sono stati inviati nelle zone controllate dalla Russia, dove hanno fornito agli operatori le istruzioni tecniche per l’impiego dei sistemi.

Il drone vola ad altitudini basse e ha poche componenti metalliche, ed è quindi difficile intercettarlo con i radar e altri sensori in tempo, prima che colpisca i suoi obiettivi. In ogni caso, Kiev rivendica di averne distrutti 220 dallo scorso 13 settembre.

Il ministro della Difesa estone, Hanno Pevkur, ha sottolineato l’urgenza di studiare i droni ‘made in Iran’ per tutti i Paesi della regione. “Non è solo un problema dell’Ucraina che è in guerra in questo momento, riguarda tutti noi che siamo nella situazione in cui ci troviamo”, ha affermato.

L’Iran produce diversi modelli di droni che fornisce agli Hezbollah, in Libano, e ai ribelli Houti nello Yemen e, secondo Washington, anche ai ribelli anti Usa in Siria che li hanno usati per colpire, ad agosto, la base americana di Tanf. Gli Houti hanno usato droni Samad-3, sempre fabbricati in Iran, per attaccare una raffineria a Riad la scorsa primavera, e Samad-1 contro siti della Aramco, la compagnia saudita del petrolio. A febbraio, gli houti hanno usato i droni per colpire diversi obiettivi negli Emirati arabi unitii e Sanaa. Ma i droni a disposizione dei russi sono una versione evoluta, in grado di circumnavigare le difese ucraine. (Adnkronos)

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