“Non siamo un nuovo Partito ma il Sud va rappresentato”

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A proposito della visita di ieri a Bruxelles, la Rete di sindaci “Recovery Sud” tiene a precisare quanto segue: 

1. Lo scopo di questa visita non è stato quella di dar vita a un “nuovo partito del Sud”, come qualcuno ha riportato, ma di consegnare alla Commissione Regi, che si occupa dello sviluppo regionale, un documento nel quale i sindaci meridionali esprimono forti preoccupazioni per le modalità di attuazione del Pnrr e chiedono che il governo italiano concordi con la Commissione Europea lo scorrimento di tutte le graduatorie relative agli avvisi pubblici presentati dai nostri Comuni. Questo per consentire di accelerare la spesa – oggi ferma a 11,5 miliardi su 190,5 – e di dare un forte e immediato impulso agli investimenti del Pnrr nel Mezzogiorno che, come ha riportato proprio ieri Banca d’Italia, non ne sta beneficiando in maniera adeguata, a differenza del Nord. 

2. Per queste stesse ragioni, chiediamo che il nuovo governo, anziché perseguire un progetto di autonomia differenziata che risulterebbe estremamente dannoso per le comunità del Sud, prenda una nuova posizione rispetto alla nostra richiesta di assegnare al Meridione il 70% dei fondi del Pnrr. La quota deriva matematicamente dai tre parametri europei che hanno determinato l’assegnazione dei fondi agli stati membri (popolazione, Pil procapite e tasso di disoccupazione). Se il governo Meloni, nel chiedere la rimodulazione del Pnrr, vuole allinearsi all’esecutivo Draghi, deve dirlo chiaramente, assumendosene le responsabilità nei confronti dei cittadini meridionali, che in questo modo verrebbero privati di finanziamenti che a loro spettano.

3. Ringraziamo l’europarlamentare Piernicola Pedicini, del gruppo Verdi-Ale, che ci ha consentito ancora una volta di esprimere la nostra voce. Nella conferenza stampa, Pedicini rispondendo alla domanda di un giornalista, ha annunciato la sua volontà di rilanciare la costruzione di una forza politica di stampo meridionalista facendo perno sul Movimento 24 Agosto per l’equità territoriale di Pino Aprile. Questo processo coinvolge anche alcuni sindaci della Rete Recovery Sud ma non va confuso con le finalità di un movimento istituzionale che resta apartitico e trasversale, come dimostrano le adesioni bipartisan all’Agenda Sud redatta in campagna elettorale dalla Rete e la presenza, nel corso della conferenza stampa, anche dell’europarlamentare Giuliano Pisapia, rappresentante di un’altra area politica e geografica, a conferma della molteplicità delle sensibilità presenti nella Rete e della volontà di rivendicare le ragioni dei territori meridionali senza per questo contrapporsi al Nord ma stabilendo anzi un dialogo costruttivo con i rappresentanti politici della parte più ricca del Paese che hanno a cuore la solidarietà nazionale e puntano a uno sviluppo armonico, e non duale, dell’Italia. Anche per questo una delegazione di sindaci sarà a Bologna il 18 novembre per incontrare il sindaco Matteo Lepore che, come lo stesso Pisapia, si è espresso contro l’autonomia differenziata. 

4. Chiarito che “Recovery Sud” non è né sta dando vita a un “partito del Sud”, si auspica che si sviluppi una rappresentanza delle istanze del Mezzogiorno molto più adeguata di quella attuale. Non è ammissibile che ogni richiesta di assegnazione di risorse parta dai sindaci veneti o lombardi sia immediatamente accolta dalla politica nazionale mentre ciò che chiedono da mesi i sindaci meridionali (l’attuazione dei Lep, il superamento dei divari in ambiti che vanno dalla mortalità infantile più elevata al Sud alla vita media più bassa e all’insufficienza delle reti di trasporto, l’inadeguatezza delle macchine amministrative sprovviste di personale tecnico, il superamento della “lotteria dei bandi” a favore di un approccio fondato sulla coprogettazione che parta dall’analisi reale dei nostri fabbisogni, lo scorrimento delle graduatorie, eccetera) venga sistematicamente ignorato o sostenuto molto debolmente dai partiti nazionali. Da destra a sinistra ogni forza politica si interroghi su quanto sta difendendo gli interessi dell’area più svantaggiata del Paese. 

Davide Carlucci

Rete Recovery Sud 

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