Nella versione italiana, “Mastodon si descrive come la più grande rete di microblogging libera, open-source e decentralizzata del mondo. In termini più semplici, è un Twitter autogestito dagli stessi utenti”.
Mastodon si definisce “il più grande social network decentralizzato. Fa parte del fediverso, una comunità internazionale composta da oltre 5 milioni di iscritti distribuiti su circa 12000 server indipendenti il cui obiettivo è rimettere il social nelle mani degli utenti. A differenza dei social tradizionali è open source, non raccoglie i dati degli iscritti, non ha pubblicità o algoritmi segreti che decidono cosa devi vedere”.
Lo ‘scheletro’ delle operazioni ricorda quello di Twitter e, in un certo senso, facilita la transizione. Il tweet su Mastodon è un toot, misura al massimo 500 caratteri. Il retweet è un boost.
Su Mastodon “ogni istanza ha il proprio amministratore e il proprio codice di condotta, quindi assicurati di leggerli prima del toot. Per esempio, mastodon.uno ha questo nel suo codice di condotta. I seguenti tipi di contenuti saranno rimossi dalla cronologia pubblica, e possono comportare la sospensione dell’account e la revoca dell’accesso al servizio: Razzismo; Discriminazione contro il genere e le minoranze sessuali; Nazionalismo xenofobo e/o violento”. Le regole relative ai ‘toot’ riguardano anche la privacy. Ogni messaggio, tra le varie opzioni, può essere impostato come “pubblico, significa che apparirà sulle linee temporali locali e federate”. In alternativa, può essere destinato “solo ai seguaci, significa che solo i tuoi seguaci lo vedranno”.
Come si ‘usa’ Mastodon? Non esiste una sola applicazione ma diverse, adatte a quasi tutti i sistemi operativi desktop e mobile. Il social può essere utilizzato anche con un client web: il sito ufficiale di Mastodon segnala in particolare Halcyon e Pinafore.social. (Adnkronos)