Particolarmente significativo l’incontro con Ghanim al Muftah, uno youtuber qatariota colpito da una sindrome definita ‘caudal regression’. “C’è un filo conduttore di speranza, giubilo e rispetto”, ha voluto evidenziare Freeman durante il breve dialogo.
Carriera sterminata per l’attore americano, oggi ottantacinquenne. Nel 1988, la prima nomination al Premio Oscar, come miglior attore non protagonista, per Street Smart – Per le strade di New York. Nel 1989 vince il premio Pulitzer con il dramma A spasso con Daisy, con l’adattamento cinematografico della pièce arriva la seconda nomination all’Oscar, stavolta come miglior attore.
Negli anni Novanta alcuni ruoli da coprotagonista, come in Robin Hood – Principe dei ladri con Kevin Costner, nel western Gli spietati dell’amico Clint Eastwood, nel thriller Seven di David Fincher accanto a Brad Pitt e Kevin Spacey, in Virus letale accanto a Dustin Hoffman e nel fantascientifico Deep Impact insieme a Robert Duvall. Nel 1995, arriva una candidatura al Golden Globe per il miglior attore in un film drammatico e all’Oscar al miglior attore per la sua interpretazione in Le ali della libertà, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King.
Nel 2005, alla sua quarta candidatura, vince l’Oscar al miglior attore non protagonista per il film Million Dollar Baby, diretto da Clint Eastwood. Nel 2009, interpreta il ruolo di Nelson Mandela in Invictus – L’invincibile di Eastwood, grazie al quale nel 2010 è nuovamente candidato all’Oscar al miglior attore.