Il giorno 25 novembre, presso Sala Colafemmina, si è tenuta una conferenza in ricordo di Cesare Colafemmina a dieci anni dalla morte, è stato un illustre storico, scrittore e biblista italiano che ha insegnato all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro “Epigrafia ed Antichità Ebraiche”. Vi è presente anche una mostra dal 25 al 4 dicembre che ripercorre gli anni della sua carriera a cura di Sonia Vivacqua. Sono intervenuti il Sindaco Davide Carlucci, Caterina Grilli, Assessore alla Cultura, Carlo Dell’Aquila, Professore Universitario di Informatica, Pasquale Cordasco, Professore di Diplomatica a Bari, Nunzio Mastrorocco, ricercatore, Giacomo Annibaldis, giornalista, Sonia Vivacqua, ricercatrice.
“Oggi stiamo partecipando a questo riconoscimento in ricordo di Cesare Colafemmina del quale abbiamo sviscerato le sue sfaccettature nella sua personalità da studioso e realizzato questa mostra a cura di Sonia Vivacqua e l’Assessore Caterina Grilli. Sono presenti 12 pannelli divisi in 6 strutture, – Davide Carlucci -, ringrazio i Professori Cordasco e Dell’Aquila, il Dott. Annibaldis insieme a Sonia Vivacqua che hanno contribuito al patrimonio di conoscenze di Cesare Colafemmina che ha diffuso. Vorremmo presentarla in altri contesti come a Bari nell’Assessorato della Cultura o nella Sinagoga di Trani, detto ciò siamo riusciti a dare un’idea per capitoli e i suoi interventi fondamentali che ha mostrato, è un ottimo inizio di un percorso che può proseguire, sarebbe bello rivolgersi a studiosi che abbiano desiderio di continuare le ricerche di Cesare, orgoglio della nostra Città”.
“Ringrazio Sonia per il suo immane lavoro che ha compiuto, – Caterina Grilli -, è stato un arduo lavoro sintetizzare tutti gli studi e ricerche di Cesare Colafemmina, illustre storico di Acquaviva delle Fonti. Sono soddisfatta di questa rassegna che abbiamo organizzato insieme al Sindaco perché è fondamentale cercare di ricordare i personaggi che hanno contribuito alla ricerca dello studio del nostro Territorio del Meridione in particolare, i suoi lavori sono stati spunto di ricerca anche sulla vita degli Ebrei”.
“Questa sera porto i saluti ufficiali della Società di Storia Patria che ha voluto concedere il patrocinio a questa manifestazione, – Carlo Dell’Aquila -, storico Cesare Colafemmina è stato socio di questa società per circa 30 anni e ha pubblicato diversi contributi sull’Archivio Storico Pugliese dal 1975 al 1985 con 6 saggi, conoscevo Cesare fin da giovani ed è sempre stato disponibile con tutti, la sua collaborazione con mio fratello Franco fu molto proficua, nel 1974 riuscirono ad entrare nelle cosiddette Catacombe Ebraiche di Venosa con annesse fotografie storiche scattate in quell’epoca. Probabilmente quelle foto sono rimaste per anni presenti, poiché da quel momento in poi, non era più possibile entrare a causa delle precarie condizioni statiche al pubblico”.
“Vorrei soffermarmi su un campo più vicino e congeniale alle mie conoscenze citando Cesare come studioso ed editore di documenti in particolare di reperti latini, ma anche greci ed ebraici, – Pasquale Cordasco -, la sua inestinguibile voglia di conoscenza a frequentare archivi di ogni genere alla continua ricerca di fonti e indizi, pubblicava notizie riguardanti gli Ebrei, i Cristiani, sulle attività commerciali, sul passaggio agrario e tantissimo altro sulla civiltà medievale e protomoderna. Tutti i documenti che ha studiato erano totalmente inediti, con il suo apprendimento proficuo ha mostrato la loro padronanza al pubblico, mettendo in luce le concezioni giuridiche, lo sviluppo della lingua e tanto altro”.
“Ho voluto essere presente per ricordare un uomo la cui grandezza è secondo solamente alla sua umiltà, ha detto Nunzio Mastrorocco -, Cesare Colafemmina è stato un uomo colto, generoso, umile, trovare questi aggettivi per la stessa persona è molto difficile, per me è stato un secondo padre, un vero e proprio punto di riferimento. Tutte le volte che mi son trovato in difficoltà e chiedevo un aiuto da parte sua, mi ha sempre dato ascolto, la sua casa era simile ad una biblioteca raccontata da Umberto Eco nel Nome della Rosa, era circondato da migliaia di libri, aveva l’abilità di rispondere a qualsiasi domanda sapendo dove cogliere la risposta. La sua grandezza l’ho potuta attestare anche quando in un periodo di dottorato ad Oxford, mi chiese di fotografare un’epigrafe presente in un museo della zona, dato che non esisteva WhatsApp, si creò un rapporto testuale che ci legava e lui era grato per questo, perché aveva la possibilità di studiare dal vivo delle epigrafi che aveva visto tramite foto scarne, fu veramente riconoscente e felicissimo”.
“Ringrazio Sonia per avermi coinvolto, ma anche dare un plauso al Comune e all’Amministrazione di Acquaviva che cerca sempre di non far cadere la figura e l’opera di Cesare nel territorio della smemoratezza, – Giacomo Annibaldis -, mi ricordo la sua generosità anche quando era occupato nelle faccende del Museo Ebraico di Trani, era la prima attestazione di questa civiltà che abbiamo documentato. Riporto una mia esperienza dell’anno scorso in un incontro su Cesare da remoto, avevo annunciato anche al Sindaco che per l’anno odierno in ricordo dei suoi 10 anni dalla scomparsa, avremmo prodotto un libro di Cesare raccogliendo tutte i suoi articoli apparsi sulla Gazzetta del Mezzogiorno, un’operazione non infedele che aveva già compiuto, in effetti, quando un articolo di giornale diventa divulgativo merita validità e pensavo si potessero raccogliere altri suoi scritti prodotti dal 2001 fino al 2011, ma mi son trovato contro un “muro” che non mi ha permesso l’uscita del libro, perché l’eredità di Cesare era considerata la sua, ma questo danneggiava la sua figura”.
“Ringrazio il Sindaco e l’Assessore alla Cultura Caterina Grilli per aver creduto in questa impresa in merito alla mostra su Cesare Colafemmina, grande uomo, uno studioso di fama internazionale, – Sonia Vivacqua -, il mio scopo era di far conoscere da più vicino la sua opera, questa iniziativa si colloca sul progetto l’Altra Storia, abbiamo pensato in un primo momento di ricordare il 9 ottobre la commemorazione dell’uomo, della sua personalità, delle sue collaborazioni scientifiche, questa è una continuazione che va al di là delle sue conoscenze. Il suo amore verso la Bibbia e le Sacre Scritture la contestualizzava storicamente, a lui interessava capire la percezione della mentalità degli uomini che scrivevano in quel momento, ascoltando la voce di Dio molto ispirati sulla lettura della natura. Sosteneva il legame Ebraismo-Cristianesimo, il primo si irradiava in altri rami di religioni, il secondo si focalizzava sul pensiero dei cristiani che si recavano nelle sinagoghe sottolineando la figura di Cristo che non aveva realizzato alcuna profezia”.
La mostra resta aperta fino al 4 dicembre 2022, nei seguenti intervalli di tempo: Lunedì-Venerdì 16.00 – 20.00| Sabato 9.00 – 13.00 /16.00 – 20.00| Domenica 9.00 – 13.00.
ANTONIO SABINI