Lunedì Putin riceverà a Mosca il suo omologo kazako, Kasim Yomart Tokayev, due giorni dopo il suo giuramento, previsto per domani, dopo le elezioni che ha vinto lo scorso 20 novembre. “Sarà una visita importante per le relazioni tra i due Paesi”, ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov bollando come “irrilevanti” le analisi sullo stato dei rapporti bilaterali. Fra Mosca e Astana vi è una “alleanza amichevole positiva per entrambe le parti”. Putin e Tokayev si rivolgeranno ai partecipanti al Forum di cooperazione interregionale di Orenburg.
Intanto Angela Merkel torna a difendere la sua politica nei confronti della Russia di Vladimir Putin prima dell’invasione dell’Ucraina. Ed ora, in un’intervista a Der Spiegel, rivela di aver tentato nell’estate del 2021 di avviare dei colloqui in formato europeo, che avrebbero dovuto coinvolgere anche Emmanuel Macron, per cercare di disinnescare le tensioni che già si accumulavano in Ucraina. “Ma non avevo più l’autorità per fare pressioni: perché tutti sapevano che me ne sarei andata nell’autunno”, ha detto l’ex cancelliera tedesca, che alla fine ha lasciato la poltrona al nuovo cancelliere Olaf Scholz ai primi di dicembre. E poco più di due mesi dopo, la Russia invadeva l’Ucraina.
Merkel era stata la forza principale del cosiddetto Formato Normandia, creato nel 2014 da Germania, Francia, Russia ed Ucraina dopo l’annessione della Crimea e l’avvio del conflitto nel Donbass, che ha raggiunto all’inizio del 2015 gli accordi di Minsk mai pienamente applicati. Sempre nell’estate del 2021, Merkel fece la sua ultima visita ufficiale a Mosca, ma anche in quell’occasione sentì di non avere più il potere e l’influenza per fare pressioni su Putin: “il suo atteggiamento era chiaro ‘per quanto riguarda il potere politico, sei finita’, per Putin solo il potere conta”.