Juve: ecco cosa rischiano i vertici e la società

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Con le richieste di rinvio a giudizio, per Agnelli, Nedved e Arrivabene fra gli altri, l’inchiesta della Procura di Torino sui conti della Juventus fa un passo avanti. I reati contestati, che possono essere aggiornati secondo le esigenze che dovessero emergere, sono quelli di false comunicazioni sociali, ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, manipolazione del mercato e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.

L’inchiesta, avviata nel novembre di un anno fa, riguarda i bilanci di tre annualità, 2019, 2020, 2021, per i quali l’accusa, in concreto, ipotizza plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi dei calciatori, soprattutto durante la pandemia Covid. La difesa della Juventus, che con le dimissioni dell’intero cda ha cercato di preservare la posizione della società, e di conseguenza della squadra, si fonda su due tesi portanti: le contestazioni della Procura “non paiono fondate” e “ogni sanzione sportiva risulterebbe del tutto infondata” visto che i bilanci non sono alterati.

Cosa rischiano gli indagati. E’ necessario partire dalle pene previste per i reati contestati. Per il falso in bilancio, reclusione da tre a otto anni; per la
manipolazione del mercato, reclusione da uno a sei anni e multa da ventimila euro a 5 milioni;
per l’ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di pubblica vigilanza,
reclusione da uno a quattro anni; per la
dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, reclusione da quattro a otto anni.
Agnelli, Nedved e l’ex direttore sportivo Paratici, oggi al Tottenham, sono indagati per tutti e 4 i reati. L’amministratore delegato Arrivabene è indagato per il reato di falso in bilancio relativo agli anni 2019, 2020 e 2021, manipolazione del mercato e ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di pubblica vigilanza per il 2021.

Cosa rischia la società Juventus. L’ipotesi di reato è legata alla responsabilità sui reati tributari e gli abusi di mercato. Per i reati tributari la sanzione è fino a cinquecento quote, e si può aumentare fino a un terzo. Per gli abusi di mercato la sanzione va a da quattrocento a mille quote. Una singola quota va da 258 a 1549 euro.

Cosa rischia la squadra Juventus. Sul piano sportivo, è la Procura federale a doversi muovere. Nel caso specifico, va guardato il Codice di giustizia sportiva. All’articolo 31, è prevista la penalizzazione di uno o più punti in classifica per chi “mediante falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi, si avvale delle prestazioni di sportivi professionisti con cui non avrebbe potuto stipulare contratti sulla base delle disposizioni federali vigenti”. La pena però deve avere una conseguenza concreta, chi è colpevole deve perdere qualcosa. Nel caso della Juventus, potrebbe essere la qualificazione in Champions. Se invece la penalizzazione è ininfluente, viene applicata nella stagione successiva. L’ipotesi retrocessione è invece legata esclusivamente a un’ipotesi: in caso falsificazione dei documenti contabili al fine di ottenere l’iscrizione al campionato si arriverebbe alla pena massima che comporta l’esclusione dal torneo o la retrocessione.

Inchiesta Juve: procura chiede rinvio a giudizio per Agnelli, Nedved e Arrivabene

La procura di Torino ha chiesto 13 rinvii a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sui bilanci della Juventus. Si tratta di 12 persone fisiche più la società. Stralciata la posizione degli ex sindaci. Tra le richieste di rinvio a giudizio figurano i vertici: il presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved, l’ex dirigente Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene. Il Cda della società bianconera si è appena dimesso.

JUVENTUS – Ieri la Juventus ha diffuso una lunga nota affermando che “le contestazioni della Procura non paiono fondate” e “ogni sanzione sportiva risulterebbe del tutto infondata” visto che i bilanci non sono alterati. Il club è intervenuto anche per replicare ad articoli che prefigurano sanzioni in ambito sportivo, con un range di provvedimenti che variano per severità. In un clima che sui social richiama quello di calciopoli, la Juve ha preso la parola “in riferimento a quanto riportato da alcuni organi di stampa – nel pieno rispetto della magistratura e degli organismi regolatori del mercato, e pur ribadendo la massima fiducia nelle autorità giudicanti”.

“Nella convinzione di aver operato sempre correttamente, Juventus FC intende far valere le proprie ragioni e difendere i propri interessi, societari, economici e sportivi, in tutte le sedi”, conclude la nota.

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