Le autorità iraniane hanno rigettato il ricorso dell’avvocato del prigioniero, ritenendo che “non sia né valido né giustificato”, in quanto ritengono che si sia reso colpevole di “crimini di guerra” bloccando la strada, minacciando con le armi e affrontando gli agenti. La Corte Suprema dell’Iran – che ritiene che le azioni del manifestante siano state un “esempio di ipocrisia” – ha approvato la sentenza stamattina e le ha dato esecuzione. I magistrati si basano su presunte dichiarazioni di testimoni dell’accaduto, i quali avrebbero assicurato che i presenti erano molto spaventati dalla presenza del manifestante armato.
Il portavoce del Dipartimento di Giustizia, Masoud Setayeshi, ha spiegato che per lo stesso reato altre undici persone, tra cui tre minorenni, sono state condannate a “lunghe pene detentive”, secondo l’agenzia Isna.